Si conclude dopo soli due mesi l’era di Marco Giampaolo sulla panchina del Milan. Il tecnico abruzzese è stato esonerato dalla società di Via Aldo Rossi dopo la pessima partenza in campionato ed il veleggiamento in una zona di metà classifica che non può essere di certo soddisfacente per una piazza tanto prestigiosa.
Si era chiamato Giampaolo per il bel gioco; in realtà, non si è avuta traccia né di questo e né – soprattutto – delle vittorie, solo tre in sette partite, a fronte di quattro sconfitte. E così, nonostante la vittoria in rimonta contro il Genoa, ecco il benservito da parte della società, che ha deciso di puntare su Stefano Pioli, il quale ha sottoscritto un contratto biennale.
C’è stato molto scetticismo da parte degli ultras. Anzi, sono volate forti contestazioni di fronte all’ennesimo cambio repentino di strategia senza un chiaro intento a lungo termine. Ad ogni modo, l’ex allenatore di Lazio e Inter, tra le altre, si è presentato in sala stampa predicando ottimismo e confidando nella voglia di riscatto dei suoi giocatori.
È convinto di poter contare su tanti talenti e su buone basi, Pioli, e per questo punta in alto, anche a quella Champions League che ora come ora sembra pura utopia a molti. Il tempo per recuperare c’è – sottolinea – dal momento che mancano ben 31 giornate alla fine e il tempo è dunque un “alleato”.
E non si preoccupa delle proteste che l’hanno investito prima di approdare a Milano: “Ho rispetto per i tifosi e loro hanno diritto di critica, ma per me è uno stimolo ulteriore. Ci sarà da lavorare sia sulla testa dei giocatori che sulla disposizione in campo, saranno dieci giorni importanti e cercherò di sfruttare qualsiasi istante”.
Non vuole sentir parlare di modulo, infine, ma ha bene in mente che quei giocatori là davanti – da Piatek a Suso, da Leao a Paquetà – possono costituire mine pericolose per le difese avversarie.