Promossa la squadra. Per il Milan non si prospettava una partita semplice. Giocare nel semi-silenzio causato dall’assenza del tifo organizzato, quella parte di tifo che potremmo definire la costola di ogni squadra di calcio, non è mai una passeggiata, soprattutto in un periodo in cui i risultati scarseggiano. A pagarne dazio poteva essere Inzaghi, un tempo idolo della tifoseria e stasera lasciato involontariamente solo. Ma con lui come sempre c’era e c’è la squadra, alla luce della vittoria e della prestazione, con i vari Menez, Mexes, De Jong, senza dubbio tra i migliori in campo. Menez con un eurogol squarcia il silenzio gelido di San Siro in parte ripristinato dal tragico pareggio di Farias, fin troppo lesto a far riaffiorare i fantasmi di un’ennesima rimonta. Ci pensa Mexes a mettere un cerotto alla situazione, ancora Menez mette il risultato al sicuro. La squadra è dunque con Filippo Inzaghi e si vede, a prescindere dalle lacune tecniche palesate i suoi uomini si impegnano, danno il cuore per vincere e quando si sentono bistrattati un po’ troppo si stringono attorno al loro mentore. Menez invita al silenzio, Mexes si avvicina all’allenatore ottenendo una pacca sulla spalla dai mille significati.

Promossa la tifoseria. L’obiettivo della curva era chiaro, far sentire la società sola, così come sola si è sentita per lungo tempo la stessa tifoseria. E come non biasimarla, anni e anni in cui si è sentita rifilare le fantasie più grandi, quel ‘fumo negli occhi’ con cui le si faceva credere di voler puntare su un progetto che progetto non è mai stato, perché quando assisti ad un mercato incentrato su una marea di parametri zero, ex giocatori di spessore ma ormai in avanti con gli anni, un po’ preso in giro non puoi non sentirti. ‘Game over, insert coin’ un semplice striscione il cui rimando non può non essere chiarissimo. I tifosi sono la linfa del calcio con i loro sacrifici ed il loro supporto incondizionato ed in quanto tali meriterebbero rispetto. Non intendendo per rispetto acquisti faraonici, ma semplicemente il non essere abbagliati come delle allodole.

Bocciata la dirigenza. Una direzione consapevole lo stadio questa sera l’avrebbe lasciato vuoto e non avrebbe cercato di riempirne le seggiole invitando una marea di entusiasti bambini delle scuole calcio. Questo è un chiaro esempio di come chi decide non voglia assumersi le proprie responsabilità, convinto che chi questa sera ha optato per il gesto estremo di non entrare a San Siro perché stufo delle innumerevoli prese in giro, non abbia alcun valido motivo per sostenere la sua causa. Una dirigenza composta da membri sempre più ipocriti, sempre più lontani dalla realtà dell’essere tifoso, una dirigenza che vede nell’illusione ed in una gestione societaria mediocre validi motivi per restare in corsa, assetato dai propri ‘interessi’ anziché dalla voglia di far tornare grande un Milan ferito.