Che il match di San Siro che stasera vedrà opposte Milan e Juventus sarà infuocato non v’è dubbio, è fuori discussione: stadio tutto esaurito e sfida al vertice tra due squadre a punteggio pieno, miglior attacco contro miglior difesa, i campioni in carica contro chi, campione, lo vorrebbe diventare a fine campionato, i sovrani della serie A contro coloro che, il trono da re, vorrebbero scipparglielo. E fin qui nulla di strano. Se non fosse che dietro dietro la signorilità e la volontà di tenere un profilo basso – elementi che contraddistinguono entrambe le due società più vincenti d’Italia e che rispondono a quello “Stile Juve” e quello “Stile Milan” che da sempre risuonano come un marchio di fabbrica -, in realtà, bruci il fuoco sacro della rivalità sportiva che da sempre caratterizza la sfida tra i due club ma che, per diversi motivi, negli ultimi anni è stato stuzzicato ulteriormente.
Le scintille tra Milan e Juventus, in queste ultime stagioni, sono state più d’una: a cominciare da quella sfida scudetto nella stagione 2011/2012, quando il gol-non gol di Muntari decise un’intera stagione e fece incrinare gli idilliaci rapporti (sino a quel momento) tra le due società. Per non parlare di Tevez, top player e protagonista assoluto della squadra di mister Allegri, il quale qualche anno fa avrebbe potuto averlo a disposizione già a Milanello ai tempi in cui il tecnico livornese sedeva sulla panchina rossonera (ricordate la foto tra Galliani e l’Apache seduti a tavola sorridenti?) grazie a un accordo trovato tra le due parti ma mai ratificato a causa dell’improvviso dietrofront dell’ultima ora di Berlusconi; Tevez a fine stagione si sarebbe poi accasato a Torino, “tradendo” il club meneghino.
E come dimenticare la furibonda lite tra lo stesso Allegri e Inzaghi nel 2012, quando Superpippo vestiva i panni del tecnico degli Allievi del Milan? Tra gli attuali allenatori di Milan e Juventus volarono parole grosse: Inzaghi, alludendo ai trascorsi nelle serie inferiori, diede del ‘dilettante‘ al suo ex tecnico il quale, per risposta, lo accusò di volergli rubare il suo posto e apostrofò i giovani allievi dicendo loro che ‘Il vostro tecnico è un pezzo di m…a‘. La vicenda finì in una bolla di sapone, con tanto di smentite e strette di mano a favore di telecamera, evidenti quanto ipocrite.
Ma Milan-Juventus non finisce qui: ad elettrizzare l’atmosfera solo all’apparenza distesa giungono le dichiarazioni pre-partita degli stessi protagonisti del big match di San Siro. A cominciare dallo stesso Tevez, il quale si è dichiarato ‘curioso di scoprire come reagiranno sotto pressione, perché credo tocchi a loro dimostrare qualcosa. Noi siamo lassù da tre anni, è il Milan che deve fare la partita e dimostrare di poterci stare in alto. Vediamo di che pasta sono fatti‘. E che dire le parole al miele condite, però, con un’abbondante dose di peperoncino che i due tecnici si sono scambiati in conferenza stampa? Soprattutto il mister toscano ha punzecchiato l’omologo rossonero: ‘Lui è stato un grandissimo campione e da calciatore ha vinto tutto, la mia carriera non vale un decimo della sua. Da allenatore ho iniziato molto prima di lui dalle piccole squadre, e attraverso i risultati sono arrivato a Milan e Juve dopo il Cagliari, mentre lui ha avuto la fortuna e la responsabilità di allenare subito il Milan‘. Come dire: al bando i privilegiati.
Questa è Milan-Juventus. Questa è la tempesta che si cela dietro la calma apparente. Questa è la sfida clou della terza giornata di campionato, sfida che – ne siamo certi – non finirà qui.