Tra le grandi deluse di questo inizio di campionato, il Milan è quella che più ha da recriminare per un avvio davvero da incubo. I rossoneri stanno vivendo una vera crisi di gioco e di mentalità, tanto che già traballa fortemente la panchina di Marco Giampaolo.
In sei giornate, i rossoneri hanno incamerato ben quattro sconfitte, con soli sei punti in cascina e i cugini dell’Inter capolista già lontani dodici punti. Era dagli anni Trenta che il Diavolo non cominciava così male e, oltre alla classifica preoccupante – sedicesima posizione su venti, con la provvisoria zona retrocessione distante appena un punto – vi sono altri dati che testimoniano tale crisi.
Stupisce la totale assenza di gioco, dal momento che è stato chiamato in panchina un tecnico come Giampaolo, divenuto famoso per il “bel gioco” che ha saputo creare nelle sue precedenti esperienze”. Emblematici il derby con l’Inter e la disfatta contro la Fiorentina: di azioni verso la porta avversaria quasi non se ne sono viste, in più si fa tremendamente fatica a realizzare reti.
Sono soltanto sedici, infatti, le conclusioni verso la porta avversaria, con una media di sole 2.67 a partita, davvero molto lontana da tutte le altre squadre che puntano ad una posizione di classifica quantomeno discreta.
I sonori fischi che i tifosi hanno rivolto alla dirigenza al termine del match contro i Viola la dicono lunga dell’insoddisfazione verso lo stato delle cose. Giampaolo per ora è confermato da Maldini e Boban, ma sa che anche un solo ulteriore passo falso potrebbe costargli anzitempo il posto.
E difatti sono diversi gli allenatori pronti ad entrare nell’orbita qualora dovesse essere necessario sostituire il tecnico abruzzese: si fanno i nomi di Claudio Ranieri, di Luciano Spalletti e anche di Rino Gattuso, che tornerebbe a Milano appena quattro mesi dopo aver lasciato autonomamente, in fondo senza aver sfigurato così tanto.