Milan

La nuova data (definitiva?) del closing si sta avvicinando: il 7 aprile sapremo, forse una volta per tutte, se l’AC Milan passerà davvero dalle mani della Fininvest della famiglia Berlusconi a quelle dei cinesi di Ses (Sino Europe Sports).

I continui ritardi degli imprenditori asiatici starebbero adirando non poco l’attuale numero uno Silvio Berlusconi, così emerge un’indiscrezione che non renderebbe troppi tristi i tifosi rossoneri: quella che la società possa rimanere nelle mani italiane. Berlusconi potrebbe davvero decidere di fare dietrofront e tenersi per sé la squadra che ha contribuito a rendere in un ventennio la più titolata al mondo? Non proprio, o almeno non come obiettivo finale.

Se l’ultima tranche di denaro da Ses non dovesse giungere in tempo, allora l’imprenditore lombardo potrebbe mandare tutto all’aria e chiudere la porta in faccia ai nuovi entranti, decidendo di trovare con più calma nuovi investitori nostrani. Ma chi avrebbe l’intenzione di acquistare un club così indebitato? Secondo quanto riporta il Quotidiano Sportivo, sarebbe l’amministratore delegato Adriano Galliani, che avrebbe trovato come principale partner economico Renzo Rosso, il fondatore di Diesel, assieme al fondo economico Doyen e ad un altro facente capo a Jorge Mendes, uno dei più influenti procuratori al mondo.

Tutto suggestivo, ma qualche ora dopo si getta acqua sul fuoco, a cominciare da Ses, che avrebbe già mandato a Milano altri venti dei cento milioni richiesti per dimostrare che l’intenzione di chiudere tutto c’è. E poi è lo stesso ad del Diavolo a giudicare come “priva di fondamento” l’ipotesi messa in luce.

“Pensare che io possa fare una scalata al Milan è come dire che Trump è a capo dell’Isis”, smentisce categoricamente l’esperto dirigente all’Ansa, aggiungendo che i fondi di investimento prima citati non sono mai stati tirati in ballo. Infine una battuta sui rinnovi: tutto fermo finché la questione societaria non trovi la conclusione.