In epoche tormentate e burrascose, la storia ha conosciuto violente rivoluzioni alle quali è spesso seguito un ciclico ritorno all’ordine precedentemente costituito. Deposti sovrani autoritari e dispotici, ha inaugurato brevi stagioni di generale consenso popolare che, dopo aver esaltato i propri illuminati condottieri, li ha innalzati allo stesso ordine di potere fino a deporli, riallineandosi allo status quo precostituito.
E’ del tutto fuori luogo paragonare la storia di un club di calcio alla Rivoluzione Francese, ma di certo quello che sta succedendo in casa Milan in questi giorni presenta elementi di ciclicità storica facilmente riscontrabili. La società affida la panchina ad un esordiente assoluto, come nello scorso Gennaio a Seedorf , così, a partire dal Giugno dello stesso anno, ad Inzaghi.
Entrambi portano a Milanello la loro idea di gioco, grandi motivazioni, entusiasmo e le benedizioni presidenziali, alle quali si affiancano ora quelle di Barbara Berlusconi ora quelle di Galliani. Entrambi dispongono di una folta rosa di calciatori non fenomenali e dell’impossibilità dei loro massimi dirigenti di intervenire sul mercato per migliorarla sensibilmente.
Tutti e due gli allenatori, poi, partono bene, conquistando punti e consensi, ma, esattamente quando la loro squadra sembra essere sul punto di fare il salto di qualità, crollano improvvisamente di fronte alle insidie del nostro torneo: Seedorf, tra le partite di campionato poste nel mezzo del doppio confronto con l’Atletico Madrid, perde contro Udinese, Juventus e poi con il Parma, ad eliminazione Champions già avvenuta; Inzaghi, dopo aver superato il Napoli e pareggiato a Roma contro la seconda in classifica, conquista un solo punto tra Sassuolo,Torino e Atalanta, ponendo fine al rapporto idilliaco che lo legava a Berlusconi.
E a questo punto, finite le celebrazioni, iniziano i processi. Il 21 Marzo 2014 Galliani incontra Seedorf a Milanello: i rossoneri venivano da una settimana disastrosa, avendo perso, come appena riportato, prima con l’Atletico per 4 a 1 poi con il Parma a San Siro per 4 a 2. Di fatto, l’allenatore olandese verrà esautorato dalla società prima della trasferta contro la Lazio, perché non riproporrà più il suo 4-2-3-1 votato all’attacco e perché dirigenza e giocatori si schiereranno apertamente contro di lui, in attesa di salutarlo a stagione conclusa. Pochi giorni fa, esattamente il 19 Gennaio, l’amministratore delegato del Milan ha incontrato Inzaghi per avere un confronto sulla crisi che sta attraversando la squadra e sempre, caso davvero singolare, prima della trasferta dell’Olimpico contro la Lazio.
In pratica si sta riproponendo uno scenario già visto con il medesimo copione: si dice che i senatori siano contro Inzaghi, che Berlusconi sia deluso ed arrabbiato, che a Giugno il Milan cambierà nuovamente allenatore e sceglierà Spalletti, a fine contratto con lo Zenit San Pietroburgo. La visita di Sacchi di venerdì scorso insieme alle recenti parole poco confortanti di Montolivo, su allenatore e compagni di squadra, sono un chiaro segnale che la direzione del tecnico piacentino, anche se non del tutto spogliata dei suoi poteri e della sua forza, sia in fase di stand-by. Dopo Seedorf, Inzaghi e una continuità storica davvero poco esaltante per i colori rossoneri.