Il calcio è di chi lo ama. Lo slogan, coniato e lanciato dalla Lega Serie A, attraversa lo stivale e tutto il mondo del gioco più bello del mondo. Quello che racconta storie belle. Da raccontare, da respirare, da vivere. E da leggere.

E l’Ovidiana è una di queste. Una squadra di Sulmona, che gioca in terza categoria. Nel calcio dei “piccoli”, di quelli che la domenica non hanno nemmeno gli assistenti dell’arbitro, e dove solitamente gli spettatori sono costituiti da parenti e qualche amico di buona volontà. Che poi alla fine magari entrano pure gratis. Il calcio di paese, dei campi polverosi e di una squadra in cui più o meno si è nati tutti nello stesso luogo. L’Ovidiana però è un qualcosa di leggermente diverso. La squadra è stata fondata in Estate dai tifosi del Sulmona Calcio, la storica società della cittadina famosa per i propri confetti.

E il Sulmona? Abbandonato a se stesso. I tifosi hanno deciso di mettersi in proprio, di fare da sé, stanchi delle promesse mai mantenute dalla società e di troppe parole che il vento ha portato via con la polvere del campo. Così nasce l’Ovidiana, da un gruppo di giovani (e meno giovani) con la passione per il pallone e tanta voglia di fare. Convinti di poter veramente cambiare il mondo, guardando verso il modello dello United of Manchester, società inglese parallela al ben più famoso Manchester United.

E così, in un lampo, non esiste più il problema Maurizio Scelli (ex onorevole e presidente del Sulmona), né quello di dirigenti ritenuti poco sportivi e dai bassi principi sportivi. Esiste solo un gruppo di ragazzi con la maglietta biancorossa addosso e un presidente giovanissimo (23 anni). E la voglia di sognare, e di cambiare il mondo. E in parte ci sono riusciti. Almeno a Sulmona. Dove l’Ovidiana supera i 600 spettatori a partita in terza categoria, mentre il Sulmona (quello “vero”) in Eccellenza gioca davanti a pochi intimi. A dimostrazione che il calcio è davvero di chi lo ama.

L’Ovidiana è nata per raccontare una storia, in versi poetici. Come Ovidio, poeta latino nato a Sulmona famoso (tra le altre) per la stesura delle Metamorfosi. E duemila anni dopo una società che porta il nome di Ovidio ha fatto un’altra metamorfosi: la società calcistica che diventa poesia. Amore.