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I campionati Mondiali di calcio del 2018 si disputeranno in Russia, quelli del 2022 in Qatar. Se le prossime due edizioni della manifestazione iridata sono già assegnate, cominciano a venir fuori le prime candidature per quanto concerne la volta successiva, vale a dire quella del 2026.

Per il meccanismo di rotazione dei continenti imposto dalla Fifa, né Europa e né Asia possono presentare domanda, dunque è il turno dell’Oceania, dell’Africa o dell’America. Alle prime indiscrezioni che parlano di Marocco o Cile, dal Nuovo Continente arriva la prima ufficialità, una candidatura congiunta di ben tre nazioni: si tratta i Stati Uniti, Canada e Messico. In pratica tutto il Nordamerica pronto ad ospitare quello che sarebbe il primo Mondiale a 48 squadre.

È la prima volta che tre Stati decidono di associarsi per allestire tale evento: l’unico esempio di candidatura congiunta di due nazioni risale all’edizione del 2002 giocata tra Giappone e Corea del Sud. A dare l’annuncio ufficiale sono i tre Presidenti delle rispettive federazioni (Sunil Gulati per gli Stati Uniti, Victor Montagliani per il Canada e Decio de María per il Messico), che hanno inviato una lettera alla Fifa per presentare la loro istanza.

“Avere tre Paesi in lizza rende la nostra candidatura più forte”, è il pensiero di Gulati, portavoce, che afferma come tale proposta sia il “simbolo di unità nel mondo in cui viviamo” e assicura di avere una cinquantina di stadi che già rispettano i criteri imposti dalla Fifa.

Per gli Stati Uniti si tratterebbe della seconda volta di un Mondiale in casa dopo quelli del 1994 che videro primeggiare il Brasile contro l’Italia dopo i calci di rigore. Il Messico, invece, ne ha già organizzati due: nel 1970 (di nuovo Brasile vittorioso sull’Italia, stavolta con un perentorio 4-1) e 1986 (Argentina-germania 3-2). Prima volta assoluta per il Canada, che ha ospitato due anni fa i campionati mondiali della categoria femminile.