Oggi è 9 luglio. Vi dice nulla? Un piccolo aiuto: Berlino, Olympiastadion. Impossibile non ricordare quel giorno. Eravamo tutti davanti alla televisione. I più sfortunati, ma romanticissimi, erano alla radio. Chi era accompagnato dalle voci di Caressa e Bergomi, chi da Civoli e Mazzola e chi in radio da Cucchi e Repice.

Bene io le ho viste e sentite tutte. So le frasi celebri a memoria. “Il cielo è azzurro sopra Berlino” di Civoli, “Vediamo Cannavaro salire in piedi, sul tavolino, la Coppa, eccola, la alza al cielo, la bacia, è nostra, è nostra, è nostra” di Cucchi, “Abbriacciamoci forte e vogliamoci tanto bene” di Caressa. Le ho riviste e risentite perchè io quel 9 luglio i rigori non li ho voluti vedere. Io ancora bambino nel ’90 piansi, nel ’94 piansi ancora di più al rigore di Baggio alle stelle, nel ’98 alle lacrime si aggiunsero le bestemmie alla traversa di Di Biagio. Io quel 9 luglio ero fuori ad un balcone abbracciato ad un amico di spalle alla televisione, mi bastavano i boati della città a farmi capire.

Al boato più “Grosso” mi sono girato e ho visto gli azzurri correre, senza un senso, da centrocampo sono partiti tutti, dalla panchina arrivavano gli altri, chi correva verso Grosso, chi verso Buffon. Lippi senza occhiali, Barthez seduto appoggiato al palo alla sua destra distrutto. Avevamo vinto, eravamo Campioni del Mondo per la quarta volta nella storia.

A tarda notte sono rientrato a casa e ho rivisto tutto, attimo per attimo, con l’emozione a mille. Il rigore a freddo, con Zidane che ci scherza con il cucchiaio, il pareggio immediato di Materazzi che svetta su tutti e insacca di testa, la traversa di Toni, il goal annullato allo stesso bomber oggi al Verona, la parata incredibile di Buffon sul colpo di testa di Zizou. E proprio lui, il numero dieci francese, uno dei giocatori più forti degli ultimi anni che, preso da un raptus di follia colpisce con una testata assurda in mondovisione Materazzi. Rosso, mondiale finito e carriera macchiata indelebilmente. E poi i rigori, maledetti rigori. Maledetti fino a quel benedetto 9 luglio 2006. Trezeguet sbaglia e ci ripaga del golden goal di Euro 2000. Tutto ciò che ci era stato tolto ci era stato ridato, con gli interessi.

L’immagine di Cannavaro che assiste ai rigori immobile a centrocampo con le braccia conserte è scolpita nella mente di tutti noi. Immobile, non fa trasparire nessuna emozione il capitano, mai. Pirlo lo abbraccia prima del rigore di Del Piero ma lui resta impassibile, poi al goal di Grosso esplode, scarica tutta la tensione e corre, corre come un bambino. E poi è lui, da capitano ad alzare la coppa, sale sul tavolino e la alza con tutti i compagni che la toccano e la baciano.

Sono passati 8 anni e sono due Mondiali che preferiamo ricordare quel 9 luglio, ormai lontano. Eliminati nel girone sia in Sudafrica che in Brasile. Di quella squadra mondiale son rimasti solo Buffon, Pirlo, Barzagli e De Rossi. Molti hanno smesso altri continuano a dire ancora la loro. Ma non intristiamoci ulteriormente, oggi è pur sempre 9 luglio. Ricordiamoci quella vittoria. Poooo….popopopoooooopoooo…pooooo…popopopopooooooo