Buona prova della squadra italiana ai Campionati del Mondo di mezza maratona di Copenaghen. Valeria Straneo si è piazzata all’ottavo posto (1h08:54, vittoria alla keniana Cherono, 1h07:25), guidando la formazione azzurra ai piedi del podio, quarta, a soli 24 secondi dal bronzo delle giapponesi. Di rilievo anche il primato personale della giovane Veronica Inglese, 22esima al traguardo in 1h10:56. Tra gli uomini, titolo iridato al keniano Geoffrey Kipsang (59:07), Daniele Meucci è 27esimo in 1h01:56. Primato personale per Simone Gariboldi, 1h02:50 (45esimo posto). Italia dodicesima nella classifica maschile.
Azzurre in evidenza ai Campionati del Mondo di mezza maratona, disputati quest’oggi a Copenaghen (oltre 30.000 partecipanti al via nella prova aperta anche alla partecipazione popolare). Valeria Straneo ha terminato all’ottavo posto in 1h08:54, non lontana dalla keniana Gladys Cherono, oro in 1h07:25. Dominio assoluto del Kenya: argento a Mary Ngugi, 1h07:43 e bronzo a Selly Kaptich, 1h07:51, con l’aggiunta della quarta e della quinta piazza finite alle connazionali Kabuu e Kibarus. Titolo a squadre ovviamente fuori discussione, mentre l’argento è andato all’Etiopia e il bronzo al Giappone, che ha preceduto l’Italia di soli 24 secondi (3h31:30 complessive, contro le 3h31:54 delle azzurre). A completare lo score italiano, il 22esimo posto della 23enne pugliese Veronica Inglese (al primato personale di 1h10.56, undicesima prestazione italiana di sempre) e il 29esimo di Nadia Ejjafini in 1h12:04 (chiude il 38esimo posto di Fatna Maraoui, 1h12:49). Nota statistica: la formazione femminile (pur priva in questa circostanza dell’apporto di Anna Incerti) non arrivava così in alto in classifica dal 1996, anno in cui chiuse al terzo posto, il miglior risultato di sempre.
La Straneo, seconda europea al traguardo (preceduta dalla francese Daunay, settima in 1h08:47) ha animato il via della corsa, fino a quando, intorno al quinto chilometro, le keniane hanno cominciato a far gara di testa. Dopo un passaggio ai 5km in 16:04, primo break: le africane fanno il vuoto, lasciando ad inseguire Daunay e Straneo (10km in 32:14). Da qui in avanti si procede a strappi (48:08, 15:54) con il risultato che la pattuglia di testa si assottiglia sempre più. Alla fine restano al comando in tre, tutte in maglia Kenya: a due chilometri dal traguardo (20km in 1h04:04, 15:56), Gladys Cherono lascia la compagnia, involandosi verso il traguardo. Più indietro, la battaglia tra Daunay e Straneo per il titolo virtuale di prima europea, produce una rimonta nei confronti delle etiopi Desalegn e Yalew, che finiscono per essere superate, collocando l’italiana e la francese nella “top eight”.
In campo maschile, titolo mondiale al keniano Geoffrey Kipsang in 59:07, davanti all’eritreo Samuele Tsegay (59:20) e all’etiope Guye Adola (59:20, stesso tempo dell’argento). Quarto posto per il favorito della vigilia, l’eritreo Zersenay Tadese, il cinque volte campione del mondo della specialità, che ha dovuto arrendersi nel finale dopo essere stato protagonista, in testa, per tutta la fase centrale della prova. Buono il comportamento di Daniele Meucci, 1h01:56 e ventisettesimo posto finale, così come Simone Gariboldi, al primato personale di 1h02:50 (quarantacinquesimo posto) e Gianmarco Buttazzo (1h03:58, 60esimo posto). Più indietro gli azzurri, rispetto alle colleghe, nella classifica a squadre: dodicesimo posto, terzo europeo dietro Francia e Spagna, ma con una formazione decisamente meno ambiziosa (viste le assenze) di quella delle ragazze. Oro all’Eritrea (parziale consolazione per Tadese, dopo sette argenti consecutivi a squadre), argento al Kenya (prima volta dopo sei vittorie in fila), bronzo all’Etiopia.