È il giorno della Coppa del Mondo. È il giorno in cui tutti gli occhi saranno puntati sul prato verde del Maracanà. Argentina-Germania, oggi si decide il Mondiale. E vi abbiamo preparato, tra il serio e il faceto, una lista di motivi per cui dovrebbe prevalere l’Albiceleste e un’altra per cui saranno i “panzer” a spuntarla.

PERCHÈ VINCERÀ L’ARGENTINA –

1) Perché la Germania potrebbe avere la pancia piena dopo aver strapazzato i cugini del Brasile. Il fattore psicologico, in una finale, può decidere il 50% della contesa.
2) Perché in squadra c’è un signore chiamato Lionel Messi. E ha l’occasione per dimostrare di essere il più forte. Una finale Mondiale può capitare una sola volta in carriera.
3) Perché il settore centrale è un vero e proprio punto di forza. Contro il Brasile, la Germania ha trovato praterie. Stasera ci sarà Garay supportato da Mascherano. Che è un regista arretrato pronto a diventare un terzo centrale e un costruttore del gioco. Un calciatore con il dono dell’ubiquità in campo.
4) Perché la tenuta atletica ha sorriso. Spesso l’Argentina l’ha risolta nel finale, mantenendo lucidità e producendo un gioco non particolarmente dispendioso.
5) Perché – Messi a parte – l’attacco ha una qualità spaventosa. Higuain, Lavezzi e Aguero sono solo tre delle pericolose frecce a disposizione.

E perché in fondo Bergoglio è più simpatico di Ratzinger. Ma questa non vale.

PERCHÈ VINCERÀ LA GERMANIA –
1) Perché si muovono con una sincronia pazzesca. Fanno sempre la stessa cosa, ma non riesci a fermarli. Mai.
2) Perché Di Maria potrebbe non esserci al 99%. E l’Argentina perde tanto del suo talento.
3) Perché Klose e Muller saranno ancora dei pericolosi giustizieri.
4) Perché l’Argentina ha sempre avuto un grande lato b. Pure con l’Iran. E non può esser sempre Natale.
5) Perché Low è molto molto molto più bravo di Sabella. Non ce ne voglia Alejandro.

E perché, come dice Lineker, il calcio si gioca in undici, le partite durano 90′, ma vincono sempre i tedeschi. Noi diciamo che è ancora tutto da scrivere. E dunque neanche questa vale. Siamo ancora pari, vero?