Osservando la classifica del girone A della Lega Pro, nessuno potrebbe pensare che il Monza calcio sia una squadra in crisi. Eppure, tralasciando per un attimo i risultati sportivi, emerge una situazione incredibile, paradossale, inimmaginabile. Parlare di problemi finanziari sarebbe quasi riduttivo, vista la sequenza di vicissitudini passate dalla società brianzola negli ultimi 15 anni di vita.
Un autentico strazio per i tifosi biancorossi, che hanno dovuto sopportare davvero di tutto tra stagioni deludenti, continue variazioni dell’assetto societario, l’onta del fallimento e una serie di promesse sistematicamente non mantenute. Davvero un peccato per una squadra gloriosa del calcio italiano che, pur avendo solo sfiorato il sogno della serie A, vanta ben 38 partecipazioni al campionato cadetto e un palmares di tutto rispetto con 4 Coppe Italia di serie C e 1 torneo Anglo-Italiano.
Eppure, poco meno di un mese fa la grave crisi economica del club sembrava in via di risoluzione. Il 13 dicembre 2014, infatti, l’imprenditore inglese Dennis Bingham è diventato il nuovo proprietario dell’Ac Monza Brianza 1912 acquistando la società alla cifra simbolica di un euro dal costruttore anglobrasiliano Anthony Emery Amrstrong, coinvolto in un grave scandalo finanziario della sua azienda e latitante a Dubai. L’obiettivo dichiarato era di pagare gli stipendi arretrati e di ripianare i debiti (oltre 2 milioni) ma, di fatto, dopo l’acquisizione Armstrong è sparito nel nulla. Forse alla ricerca di un modo legale per dilazionare la ricapitalizzazione, o di qualche imprenditore locale che possa momentaneamente tamponare una situazione che sembra destinata alla conclusione peggiore.
Nell’attesa, probabilmente vana, che si diradino le nubi sul futuro, la squadra continua ammirevolmente ad offrire il proprio contributo sul campo con risultati più che lusinghieri. I calciatori, egregiamente guidati da Fulvio Pea e sostenuti con passione dai tifosi, ci mettono sempre il massimo impegno e oggi il Monza si trova addirittura in zona playoff. La dignità è più forte delle difficoltà economiche, non ci sono soldi neanche per mangiare. Avete capito bene: qualche volta c’è un ristoratore che offre gratuitamente la sua struttura, stesso discorso per chi paga a proprie spese il bus per i trasferimenti. Il mister non ne può più e, dopo l’ultima gara di campionato, si è comprensibilmente sfogato: “Questo non è calcio, anche oggi abbiamo dovuto prepararci la pasta e abbiamo mangiato una fetta di carne comprata con i nostri soldi. Diciamo grazie al ristoratore che ci ha permesso di sederci in un posto caldo. Siamo uomini, non possiamo essere trattati così“. Sulla stessa lunghezza d’onda il ds del Monza Califano, che spiega ulteriormente: “Non possiamo firmare nessun trasferimento, nessun atto ufficiale. I calciatori non hanno più neppure un alloggio o un posto dove consumare il pasto, visto che Eurohotel e lo stesso Monzello, dopo averci ospitato gratuitamente per mesi, non ci fanno più credito. La stessa situazione la vive il settore giovanile con giocatori che cercano il trasferimento che non possono ottenere. Siamo in presenza di una situazione insostenibile“.
Un grande in bocca al lupo ai lavoratori dell’Ac Monza Brianza 1912, uomini veri e professionisti seri anche in questo momento drammatico. Con la speranza che questa vicenda possa concludersi presto, e nel miglior modo possibile.