La mente ritorna esattamente a quattro anni fa, giorno più giorno meno. Al Camp Nou, l’Inter di Jose Mourinho resiste al Barcellona e conquista la finale di Champion’s League. I blaugrana si trovarono davanti un autentico muro di maglie bianche, anche per loro fare due gol fu impossibile. Sono passati quattro anni ma è ancora lo Special One a dettare legge. Oggi non il Barcellona ma il Liverpool.
Grazie alla vittoria conquistata ad Anfield con un secco 0-2, Jose Mourinho e il suo Chelsea hanno riaperto la Premier League che sembrava essere ormai destinata ai Reds. La squadra londinese, caricata a dovere dal Vate di Setubal, ha disputato una partita difensiva risucendo a colpire nel momento opportuno. A nulla è valso il generoso assedio del Liverpool: Gerrard, sfortunatissimo nell’occasione del gol di Ba, ha cercato di trascinare i suoi nella ripresa ma il muro blu ha dimostrato ancora tutta la solidità già espressa nella semifinale di coppa di pochi giorni fa giocata a Madrid. La compattezza dimostrata dagli uomini di Mourinho è stata fantastica, a tratti eroica, proprio come quell’Inter che sotto il cielo di Barcellona capì di essere veramente grande.
Giocare così non è un insulto al calcio come molti sostengono, è semplicemente un modo di interpretare il gioco più bello del mondo: raddoppi, corse, sacrificio totale portano ad una vittoria che va oltre i semplici tre punti. Questi successi soffertissimi ti danno la consapevolezza di essere forte, quasi invincibile: è questo il segreto che rende forti le compagini di Mourinho che non sempre sono le favorite sulla carta ma che si ritrovano sempre alla fine a dire la propria. Il Chelsea non è superiore a Manchester City, Liverpool o Arsenal ma si trova incredibilmente in gioco per un “double” che farebbe storia.
Certo, a volte serve anche un po’ di fortuna ma quest’ultima bisogna anche andarla a cercare, non arriva per caso.