Anche se solo ventitreenne, si può già parlare di ultima spiaggia per Luis Muriel. Il giocatore colombiano è ormai un nuovo giocatore della Sampdoria, che lo ha fortemente cercato in questi primi giorni di mercato e che lo ha pagato ben 12 milioni nonostante un rendimento non proprio entusiasmante. Praticamente una scommessa.

Eppure l’avventura italiana di Muriel era iniziata in tutt’altro modo nel 2010/2011, quando con la maglia del Lecce realizzò 7 reti in 29 partite e lasciò intravedere giocate da vero fuoriclasse, insieme all’altro colombiano sempre di proprietà dell’Udinese, Cuadrado.

Le buone prestazioni del giocatore convincono il club dei Pozzo a puntare su di lui, che decidono di riportarlo immediatamente in Friuli, rifiutando le offerte delle altre squadre pronte a prenderlo in prestito. La prima stagione in bianconero è promettente per quello che molti definiscono il nuovo fenomeno. Muriel gioca 22 partite mettendo a segno 11 reti e componendo insieme al più esperto Antonio Di Natale un attacco dall’elevato potenziale. Tuttavia quello che molti avevano considerato come l’inizio della sua esplosione si rivela un falso allarme. Dalla stagione successiva il colombiano si vede sempre meno, anche a causa di una serie di infortuni che in due anni e mezzo gli fanno saltare un numero di partite pari a quelle di un intero campionato.

In tutto questo tempo alcuni episodi che minano fortemente la sua avventura in bianconero. A cominciare dai continui screzi con l’allora allenatore Guidolin, che più volte lo accusa di non allenarsi come un professionista o peggio, di svolgere una vita fuori dal campo non proprio degna di un atleta.

La parabola discendente si conclude la scorsa estate, quando inserito nei pre-selezionati della nazionale colombiana non viene convocato per i mondiali in Brasile.

Con l’arrivo di Stramaccioni, in molti sono pronti a scommettere sulla rinascita del colombiano ed in molti rimangono delusi. Quando schierato in campo, Muriel stenta, non riuscendo mai ad incidere e venendo superato nelle gerarchie da qualsiasi concorrente presente in squadra.

Ora Luis Muriel è chiamato alla svolta, per evitare di essere etichettato come uno dei tanti talenti mancati. Per farlo potrà contare su una dirigenza, quella blucerchiata, letteralmente innamorata del suo talento, di un talento ormai leggenda viste le tante partite mediocri giocate. A Genova potrà inoltre contare su un allenatore come Mihajilovic, riscopritore di talenti di una certa fama, basti pensare a quanto fatto con Okaka, passato in poco tempo da flop a trascinatore nelle mire dei grandi club. E chissà che Muriel non riesca a togliere il posto proprio ad Okaka, tanto elogiato dal serbo per la sua forza fisica ma che poco ha contribuito alla squadra in termini di reti. Anche questa volta i presupposti per esplodere ci sono tutti, ma spetterà al colombiano decidere se sfruttarli o meno.