Nella finale del Master 1000 di Madrid, il quarto del 2015 e secondo sulla terra dopo Montecarlo, ha trionfato lo scozzese Andy Murray che ha battuto Nadal in due agevoli set (6-3,6-2). Per il numero tre attuale del ranking si tratta del secondo titolo del 2015, il numero 33 in carriera, il secondo a Madrid ma primo da quando si gioca sulla terra e primo anche in un Master 1000 su questa supericie.
Nei venti precedenti Nadal aveva vinto quindici volte, non perdendo mai sulla terra. Lo spagnolo in questo torneo aveva mostrato evidenti segni di crescita soprattutto in semifinale dove ha vinto più facilmente del previsto contro Berdych, ma oggi è sembrano essere tornati i fantasmi del passato. La versione di Murray vista questa settimana a Madrid è probabilmente la migliore sulla terra e l’ha confermato anche oggi sfatando il tabù Nadal su questa superficie .
Nel primo set Murray sull’1-0 si procura tre palle break consecutive: Nadal annulla la prima ma commette un errore grave sulla seconda. Lo scozzese conferma il break di vantaggio con un comodo game e sale così 3-0. Sul 4-2 l’iberico conquista due palle break di fila: sulla prima sbaglia mentre sulla seconda gioca un ottimo punto Murray che così si salva dalla prima situazione complicata. La situazione si ripete sul 5-3 con lo scozzese al servizio che annulla un’altra palla break e poi chiude il set.
Un buonissimo primo set per Murray che ha cominciato meglio e poi ha respinto bene i tentativi di recupero di Nadal.
Nel secondo set nel primo game lo spagnolo commmette errori gravi regalando una palla break, che l’annulla con un bel gesto in contro balzo. Murray ottiene una seconda chance e su questa Nadal sbaglia gravemente regalando il break allo scozzese che conferma il vantaggio con un game a zero salendo 2-0. Nel game successivo Murray ottiene una palla break ma sbaglia un comodo smash, ne conquista una seconda con un bel dritto e su questa Nadal sbaglia regalando così il secondo break allo scozzese. Il set e anche il match finiscono qui con Murray che chiude sul 6-2.