Questa volta il calcio giocato c’entra poco. Non è stato un colpo di testa vincente di Glik, una prestazione sconfortante o una decisione arbitrale errata a provocare questo nuovo dissidio tra il Napoli e Sky. Al San Paolo è andata di scena una buona gara, certo farsi rimontare due reti in casa è un po’ da polli ma Benitez stesso ha dichiarato di aver assistito ad una buona prestazione, caratterizzata da grande intensità e da un buon ritmo di gioco, e pareggiare con una grande squadra come l’Inter in fin dei conti ci può stare.

Dunque qual è stata la causa di questo silenzio stampa “ad aziendam”? Il diverbio con Massimo Mauro? Può darsi, le risposte sibilline del tecnico spagnolo al termine della gara con il Torino della scorsa settimana avevano provocato alcune tensioni con gli opinionisti di Sky Mauro e Boban, ma anche con altre emittenti. All’ex calciatore di Juve e Napoli che lo aveva accusato di essere disonesto, Rafa Benitez ha poi risposto a tono: “Se parliamo di politica o di golf, devo ascoltare un tifoso della Juventus, anzi del Napoli. Ma se parliamo di calcio, preferisco ascoltare altre persone” suscitando l’immediata replica del primo: “Benitez ha lasciato intendere che aveva perso con il Torino per colpa dell’arbitro, io avevo detto che mi sembrava un comportamento disonesto giustificare una sconfitta come quella con gli errori dell’arbitro. Poi ha detto che sono un esperto di golf e di politica e che tifo per la Juve. Qualcuno lo avrà informato, però si sono dimenticati di dirgli che ho anche fatto più di trecento partite in Serie A, ho vinto due scudetti, una Coppa Intercontinentale una Supercoppa italiana a Napoli e che ho lavorato per dieci anni a Sky. Forse farebbe bene a rivedersi tutte le partite del Napoli ’89-’90, quando abbiamo vinto il secondo scudetto e poi magari gli vien voglia di venire qui a parlare di calcio fino a quando sarà l’allenatore del Napoli. Dopo ognuno andrà per la propria strada senza problemi“.

Se Mauro sia o meno un esperto di calcio non spetta a noi dirlo anche perché il calcio dà adito a varie interpretazioni, fatto sta che proprio questo strascico potrebbe aver causato il silenzio stampa di ieri sera. Inoltre su una cosa non abbiamo dubbi, il presidente De Laurentiis sta con lo spagnolo in quanto l’ordine di non rilasciare interviste è giunto proprio dall’alto. La D’Amico dunque ha rincarato la dose: “Questo silenzio stampa vìola gli accordi e non si può fare, il presidente De Laurentiis dovrà giustificare questa scelta. Vorrei cercare di capire il motivo che lo ha spinto a prendere questa decisione e cosa possa essere successo domenica scorsa, forse da quelle parti stanno saltando i nervi ingiustificatamente“. Uno sfogo sicuramente eccessivo in quanto la stessa giornalista ultimamente sembra aver perso un po’ di credibilità ed il motivo lo conoscete tutti.

Come risolvere la questione?
Semplice, ognuno deve rimanere al proprio posto. Le interviste sono regolate da alcune norme e almeno un rappresentate di ogni squadra è tenuto a presentarsi di fronte ai microfoni delle emittenti che ne hanno acquistato i diritti. Inoltre il Napoli dimentica che gran parte del proprio fatturato deriva proprio dalla concessione dei diritti televisivi, e dunque le informazioni non vengono cedute a titolo gratuito o benefico ma per interesse. Tra l’altro in America sono previste sanzioni ed ammende pecuniarie in casi analoghi e Sky potrebbe anche intentare una causa nei confronti della società partenopea per mancato rispetto del contratto. Ma la nota pay-tv satellitare ha la coscienza totalmente pulita? Inviare alla Lega calcio una missiva con l’invito a risolvere la questione Parma soprattutto dal punto di vista economico per non rovinare il prodotto-campionato acquistato a caro prezzo sembra una pesante ingerenza in un campo non di loro pertinenza, anche perché giocare una partita come Parma-Atalanta di ieri è abbastanza inutile se non per mostrare al mondo la sportività e l’attaccamento di una città ad una squadra praticamente già retrocessa e ad una società quasi fallita. In conclusione: boicottare interviste e premiazioni non è di certo il giusto modo per far valere le proprie ragioni, i contratti vanno rispettati, il giornalista deve fare il giornalista (imparziale), l’opinionista deve fare l’opinionista (critico ma rispettoso).