Dopo l’approvazione all’unanimità, durante il 38° Congresso Ordinario dell’Uefa tenutosi nello scorso Marzo ad Astana, è arrivata ora anche l’ufficialità del Comitato esecutivo che ne ha definitivamente approvato il format e il calendario.
La formula
La Uefa Nations League sarà un vero e proprio campionato per squadre Nazionali, a cadenza biennale, con promozioni e retrocessioni che prenderà il via nel 2018 e sostituirà le numerose ed infruttuose amichevoli internazionali. Le 54 Nazionali europee verranno classificate in 4 grandi divisioni (A, B, C e D) in base al ranking Uefa, a loro volta divise in 3 o 4 gruppi. La divisione A ad esempio ospiterà le 12 rappresentative con il coefficiente Uefa più alto al termine delle qualificazioni al Mondiale 2018 in Russia, raggruppate in 4 gironi da 3 squadre. Al termine della prima fase, che si svolgerà da settembre a novembre-dicembre, le prime classificate di ogni girone si qualificheranno alla fase successiva mentre alle ultime toccherà la retrocessione nella divisione inferiore. A giugno 2019 poi le magnifiche 4 si affronteranno in un mini torneo composto da semifinale e finale da cui uscirà la squadra campione della Nations League. Dunque questa competizione sarà inframmezzata dalle consuete qualificazioni all’Europeo 2020 (quello itinerante) che si terranno regolarmente dal marzo 2019 al novembre dello stesso anno, ma non è tutto. Infatti, oltre alle 20 Nazionali arrivate prime o seconde nei noti 10 gruppi di qualificazione, avranno la possibilità di approdare alla fase finale dell’Europeo tutte le 16 formazioni vincitrici di un gruppo della Uefa Nations League. In poche parole i playoff di qualificazione non si disputeranno tra le migliori terze, la nuova competizione offrirà una wild card alle 4 compagini che si riveleranno più forti agli spareggi di marzo 2020. Qualora una di queste 16 dovesse essersi già qualificata verrà ripescata la seconda del rispettivo gruppo della Nations League.
I pro
Questo campionato è stato ideato sicuramente per dare maggiore risonanza alle Nazionali durante lo svolgimento dei normali campionati per club. Molti tecnici, anche il nostro ct Antonio Conte, si sono lamentati dello scarso tempo a disposizione per allestire una squadra competitiva ed in particolare delle misere occasioni di confronto. Le amichevoli tra le Nazionali, che di norma servono solo a tappare buchi e gonfiare i calendari, non hanno grande appeal spesso proprio perché combinate tra squadre di diverso ranking. Platini e soci hanno dunque pensato ad una competizione che potesse in qualche modo garantire un certo standard di qualità, attraverso la rivalità e il meccanismo di promozioni e retrocessioni, e non intaccare i già ricolmi calendari calcistici.
I contro
Difficilmente però sarà così. La frequenza di partite obbligherà indubbiamente i vari commissari tecnici ad operare il turn over utilizzato nelle vecchie amichevoli, e dunque un frequente ricambio di uomini. Riuscirà il “prestigio” della nascente Uefa Nations League ad infondere la giusta motivazione ai calciatori? La questione solleva più di un dubbio visto che questa competizione non sembra aggiungere nulla allo spettacolo dato che il posto agli Europei continua comunque ad essere assegnato dalle normali qualificazioni. Inoltre, ricordando le svariate polemiche sollevate per la formula dei sorteggi negli ultimi Mondiali che ci sono costati il “girone di ferro”, i playoff così strutturati potrebbero aiutare le big, deludenti alle qualificazioni, ad essere ripescate per la fase finale. Insomma si tratta dell’ennesima trovata di marketing della Uefa: più sponsor, più televisioni, più interviste, maggiore pubblico, maggiore pubblicità, maggiori introiti. Come se l’aumento delle partite garantisse la qualità delle stesse. Sarebbe meglio invece adoperarsi per evitare partite calde come Serbia-Albania, riflettere sul se e come introdurre la tecnologia in campo e pianificare delle efficaci politiche a livello europeo per quanto riguarda le giovanili.