Una parabola pericolosa, inaspettata, quella che stanno vivendo Stefano Okaka e la Sampdoria. Il primo, partito come titolare inamovibile in questa stagione sulla scia di quanto di buono aveva fatto nella seconda parte dello scorso campionato, è pian piano scivolato fuori dagli schemi del tecnico Mihajlovic che anche la scorsa domenica, la seconda di fila, gli ha preferito l’argentino Bergessio, fino a qualche settimana fa sul piede di partenza proprio a causa del ‘peso’ del numero nove blucerchiato. La Sampdoria da canto suo, consapevole dei mal di pancia del giocatore si sta muovendo sul mercato fin troppo bene, accelerando il declino di un rapporto un tempo idilliaco.

Tutto è cominciato il 6 gennaio, il secondo giorno di mercato della finestra invernale, l’ultima volta di Okaka titolare ed in campo per novanta minuti. Secondo il tecnico serbo il giocatore è fin troppo distratto dalle continue voci di mercato, che a dire il vero sono davvero tante. Tra chi lo vorrebbe vicino al ritorno in Inghilterra, questa volta allo Swansea, a chi invece lo vedrebbe benissimo al Milan che così come Okaka non è che se la stia passando benissimo, le squadre alla ricerca del calciatore non mancano. Voci che come al solito lascerebbero il tempo che trovano, come accaduto fino al 6 gennaio e probabilmente come sarebbe accaduto oggi, se non fosse successo l’irrimediabile. La squadra è in riunione, tra i presenti c’è Okaka, c’è il diverbio con il direttore sportivo Osti, c’è l’abbandono dell’allenamento e c’è, come se non bastasse, il tweet. Okaka scrive seccato che la verità un giorno verrà a galla e che al momento tutti sono liberi di pensarla come vogliono.

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La verità secondo noi, è che tutto è accaduto fin troppo velocemente persino per uno come Okaka che nella vita ed in carriera ne ha passate delle belle. Infondo il passo dal non voler rinnovare il contratto, al volersene andare immediatamente, è breve, brevissimo, soprattutto se le big ci mettono lo zampino. Un passo talmente breve da fargli dimenticare quello che la Sampdoria fece per lui, scambiandolo con il Parma in cambio di un altro giocatore mai esploso, Pozzi, ed attirando su di sé le risa dei soliti intenditori di calcio. Entrambi hanno lavorato insieme, ottenendo soddisfazioni e diventando l’uno irrinunciabile per l’altro, soprattutto grazie ad un tecnico, Mihajlovic per l’appunto, da sempre innamorato non tanto della sua capacità realizzativa, francamente scarsa, quanto della sua esplosività fisica e dei vantaggi che ne derivano per tutta la squadra. Ma dal sei gennaio troppe cose sono accadute, l’acquisto di Eto’o, la rincorsa a Muriel, la riscoperta di Bergessio, il contratto non rinnovato, la panchina, lo Swansea, il Milan, tutte cose che non hanno fatto altro che portare il giocatore all’esplosione emotiva di oggi e probabilmente all’addio.