Una scelta singolare, ma senza ombra di dubbio azzeccata: la Panchina d’oro 2017 va al Sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi.
Una città simbolo della distruzione provocata dal terremoto dello scorso agosto, un uomo – il primo cittadino – che assieme ai suoi concittadini si è rimboccato le maniche per riuscire a rialzare la china e battersi per il bene della collettività anche di fronte ad uno Stato bloccato dalla burocrazia e dall’insensibilità.
È per questo motivo che a ricevere il premio annuale riservato al miglior allenatore è colui che più di ogni altro si è battuto al fianco della propria gente. E che non è nuovo al mondo del calcio, avendo allenato prima del sisma il Trastevere in Serie D. “La felicità mi assale, ma la tristezza si impossessa della mia mente”, sono le sue prime parole cariche sì di gioia per il prestigioso riconoscimento, ma al tempo stesso di rammarico per le condizioni in cui versa tuttora il suo paese.
Il riconoscimento, quello massimo annualmente assegnato dall’Aiac, è stato quest’anno sostenuto da una petizione online che ha raccolto in poco tempo oltre diciassettemila adesioni. Ed è a ciascuno di loro che Pirozzi dedica il premio, ben consapevole che tutto sia conseguenza della tragedia che ha colpito negli ultimi mesi l’intera Italia centrale.
La carriera di Sergio Pirozzi come allenatore comincia proprio dalla sua Amatrice, seguita poi dalle esperienze a Ostia Mare, Sorianese, Viterbese, Rieti (riportato in C2 dopo 62 anni), Aprilia e Civitavecchia. Nel 2014 approda al Trastevere e con la squadra laziale conquista la promozione in Serie D.
Istituita nel 1990 su idea di Massimo Moratti, la Panchina d’Oro vede per i primi due anni come vincitori coloro che vengono giudicati da un’apposita commissione come i migliori allenatori europei (a vincere tali importanti premi sono il belga Raymond Goethals dell’Olympique Marsiglia e l’italiano Fabio Capello del Milan). Dal 1993 diventa un riconoscimento dedicato ai soli allenatori del campionato italiano: lo stesso Fabio Capello e Antonio Conte sono i plurivincitori (tre titoli).