Parkour, vera e propria arte sportiva dello spostamento. Ce la racconta Riccardo Saiu Calli, vicepresidente dell’Associazione ParkourWave (www.parkourwave.com). Dalle sue parole trapelano tutte le componenti di una disciplina completa, capace di apportare funzionalità e rapidità sia a corpo che mente, e in continua crescita nel nostro Paese.
Parkour. Di che si tratta?
Il Parkour è l’arte dello spostamento, una disciplina che permette al praticante di muoversi liberamente attraverso qualsiasi terreno e di superare qualsiasi ostacolo egli possa incontrare. Il Parkour è un sistema di allenamento che mira a rendere il corpo più funzionale ed efficace e la mente più rapida e consapevole, è un modo di pensare fondato su una rigorosa auto-disciplina, sull’autonomia e sulla forza di volontà. Il Parkour è una disciplina che permette di migliorarsi a tutti i livelli, un’ arte che rivela al praticante i propri limiti fisici e mentali e che, al contempo, offre un metodo per superarli.
Come è nata l’idea di creare un sito dedicato a questa disciplina? Attraverso esso di cosa vi occupate?
ParkourWave nasce a Bergamo e si dedica alla trasmissione della disciplina del Parkour, l’arte dello spostamento. La missione di ParkourWave è di rendere questa disciplina accessibile a tutti, di insegnarla in maniera professionale e sicura: è il primo gruppo in Italia che conta un istruttore certificato dai fondatori. Al contempo, ParkourWave si impegna a mantenere intatto lo spirito originario della disciplina, ricco di valori come la solidarietà, l’umiltà e la determinazione. Le competenze nella pratica motoria e di autodisciplina accumulate in anni di allenamento, rendono il team di ParkourWave un gruppo di professionisti versatili. ParkourWave diventa una A.S.D. (associazione sportiva dilettantistica) nel maggio 2012, affiliata all’ente di promozione sportiva nazionale UISP (Unione Italiana Sport per tutti).
Il Parkour quanto è diffuso in Italia e quanto all’estero?
La situazione del Parkour in Italia è in continua crescita, quasi ogni città principale italiana ormai può contare un gruppo di praticanti, le associazioni sono sempre più numerose e i raduni italiani sempre più frequenti. All’estero, sopratutto in Europa, è divenuta una disciplina consolidata, conosciuta e sopratutto rispettata.
Per chi è adatto e quali sono i suoi benefici?
Essendo una disciplina non competitiva, non sono richieste particolari abilità o competenze specifiche: bisogna dire che la disciplina che insegniamo non è necessariamente correlata alla spettacolarità che ne può derivare, un bravo atleta ha più possibilità di un altro di esprimere le sue abilità, ma questo fattore non è assolutamente un requisito. Ragazzini, donne, ragazzi e adulti hanno le stesse possibilità di migliorare, finché ricordano che la pratica è rivolta alla crescita personale, indipendentemente dagli altri.
E’ uno sport rischioso? Quali accorgimenti occorre adottare per praticarlo in tutta sicurezza?
Può essere rischioso se praticato senza la giusta attitudine. Il concetto di rischio è molto controverso nella nostra società: ogni cosa è potenzialmente rischiosa, dal camminare per strada al fumare sigarette; le persone al giorno d’oggi fanno molta fatica a prendersi cura dei dettagli della propria vita dando per scontate una serie di cose che scontate non lo sono affatto. Pertanto, se avrò la pazienza e la saggezza di porre attenzione ai dettagli, non potrò mai cadere dalle scale se guardo i gradini, non potrò mai inciampare per strada se guardo il marciapiede. Sulla base di ciò, i veri praticanti non prendono mai rischi che non sono in grado di gestire, anche perché quando si parla di livelli alti di pratica non è certo come scendere le scale, di conseguenza la soglia dell’attenzione è sempre estremamente alta e si è pronti a reagire in caso qualcosa andasse storto. Riassumendo, insegniamo ai nostri allievi a uscire da una situazione di sicurezza e di provare, ovviamente in maniera molto graduale e basata sulle proprie paure e capacità, a superare alcuni problemi che comportano del rischio, una lezione che poi dà i suoi frutti anche nella vita quotidiana. Non a caso il Parkour conta pochissimi infortuni gravi, finché praticato con un certo giudizio non può divenire rischioso in alcun modo.
Quali consigli per chi volesse iniziare a praticarlo?
Di sicuro è necessario munirsi di una forte motivazione, pazienza e costanza. Come del resto si dovrebbe fare per ogni attività che si vuole svolgere al meglio!
Foto | iron-icsport.com