La stagione sta volgendo al termine, ma nonostante una retrocessione in Serie B ormai matematica, a Parma si lavora ancora instancabilmente nel tentativo di salvare il salvabile. Perché oltre alla salvezza calcistica (ormai sfumata) c’è da raggiungere soprattutto la salvezza economica, obiettivo molto più importante in quanto sarà fattore decisivo nel delineamento del futuro prossimo del club. Come sottolineato da Parmatoday.it i curatori che si stanno occupando della vicenda societaria crociata stanno lavorando ventiquattro ore su ventiquattro per cercare di convincere i giocatori di proprietà del Parma a rinunciare definitivamente a parte dei loro ingaggi non ancora pagati (70-80% circa), al fine di far respirare delle casse societarie a dir poco boccheggianti.

Ma se da una parte, chi tuttora scende in campo col Parma ha accettato di rinunciare a parte dei compensi dovuti (da Donadoni, al suo staff, ai suoi giocatori, ai dirigenti), dall’altra c’è chi di non ricevere la paga proprio non vuole sentirne parlare, o chi per lo meno non è disposto ad arrendersi tanto facilmente, probabilmente più influenzato dal dio denaro che dalla storia del club gialloblu e dalle conseguenze che la loro ostinatezza potrebbe provocare. Stiamo parlando di quasi tutti quei giocatori ora in altre squadre, ma ancora di proprietà del club. Stiamo parlando di quasi tutti coloro che a gennaio non esitarono ad esodare verso altri lidi, o ad appendere temporaneamente le scarpe al chiodo, pur di non rischiare di giocare gratuitamente per la squadra come erano soliti fare quando erano ancora piccoli e sconosciuti. Ma si sa, il denaro obnubila i ricordi, ma soprattutto i sentimenti, quelli veri.

Da convincere ci sono tanti giocatori, un tempo pezzi grossi della rosa gialloblu ed ora un peso in tutti i sensi. C’è da convincere Nicola Sansone, ora titolarissimo al Sassuolo e che fra i tanti casi appare come il meno spinoso, ci sono da convincere Francesco Modesto ora al Crotone, l’oriundo Amauri e Cristian Molinaro entrambi al Torino a fare la spola tra panchina e rettangolo di gioco, ma anche Marco Marchionni, finito alla Sampdoria durante la finestra di mercato di gennaio. Da convincere c’è soprattutto l’idolo di Bari vecchia Antonio Cassano, cioè colui che ha vissuto la carriera migliore (almeno sulla carta) e che dovrebbe essere l’elemento più facile con cui trattare, considerati l’amore che i tifosi gialloblu provavano per lui e la sua agiatezza economica.

Gli ostacoli da affrontare sono dunque ancora tanti per il Parma, ma il tempo stringe e serve convincere anche i più indecisi. Serve farlo per il bene del club.