78 punti da conquistare in 26 gare a disposizione. La salvezza del Parma non è un miraggio. Nessuno si aspettava l’ultimo posto a 6 punti, a -4 dalla quota salvezza (l’Atalanta in questo momento è a 10) ma adesso la situazione è questa e la squadra non può tirarsi indietro. Dovrebbe far lo stesso anche la società, ma in questo caso la sensazione è che – se il Parma arriverà alla salvezza – sarà tutto merito di chi va in campo, perché fuori c’è confusione e poche idee per andare avanti.
Tocca allora a Roberto Donadoni. Che fa benissimo a non dimettersi. E fa benissimo a voler insistere perché la squadra c’è, i tifosi possono trasformarsi nell’uomo in più e in attacco un certo Antonio Cassano – se accetterà di salvare il Parma prima del tanto ambito ritorno alla Samp – può tornare a fare la differenza. La rincorsa inizia da domenica: il Parma gioca a Palermo ed è già una sfida molto importante.
L’importante in questi casi è smuovere la classifica, non perdere. Il Palermo è squadra in salute (lo ha dimostrato ieri a Genova), ma il Parma lavora duramente per tornare a sorprendere. Dalla qualificazione in Europa League (poi sfumata per i primi problemi societari) sembra passata una vita. E invece troppo poco è passato. L’entusiasmo si può ritrovare. Basta un po’ di fiducia e un po’ di serenità. Il resto sarà la conseguenza, in attesa che qualcuno in società inizi a fare un po’ di chiarezza (ed elimini le frasi scontate).