La decisione di estromettere il Parma dall’Europa League, per un cavillo di soli 300.000 euro, ha ancora messo a nudo i problemi di un calcio, quello europeo, ormai paragonabile a un circo nel quale tutti interpretano le regole a proprio piacimento. Il club ducale, per bocca del suo presidente Tommaso Ghirardi, ha espresso tutto il suo disappunto per questa grottesca vicenda. Non vi sto a raccontare delle parole del numero uno parmense, dettate da una rabbia, delusione concepibile che, però, non gli faranno abbandonare il calcio. In fondo ci potrebbe essere ancora la possibilità di ricorrere al Tas di Losanna e lì, ne sono sicuro, ne potremmo vedere delle belle.
Il caso degli emiliani, però, è l’ultimo esempio delle cosiddette vittorie “a tavolino”. In sintesi: una squadra “approfitta” di un errore di un’altra compagine, accaparrandosi uno Scudetto, la possibilità di disputare nella stagione successiva una Champions League, un’Europa League e via dicendo. Un po’ come a scuola, dove Tizio, che è più bravo di Caio, viene punito durante un compito in classe solo per essersi alzato dal proprio banco per gettare una carta nel cestino dei rifiuti. Anche in passato, il calcio italiano, e non solo, è stato protagonista di esempi “poco” sportivi. Come dimenticare lo Scudetto 2006 assegnato all’Inter, causa “Calciopoli” che, di fatto, aveva fatto retrocedere la Juventus in B e il Milan in quarta posizione. C’è da dire che i rossoneri, comunque, disputarono la Champions League e la vinsero nella finale contro il Liverpool.
In quel caso l’Uefa non inflisse una pena più severa al club meneghino e le polemiche si susseguirono per mesi. Il precedente dei giorni nostri, guarda caso, riguarda l’Europa League. In questo caso il Torino non c’entra, ma il Siviglia fu ammesso alla competizione al posto del Rayo Vallecano, che non aveva ottenuto la licenza Uefa dopo l’estromissione del Malaga, quest’ultimo condannato per non aver rispettato i criteri del Fair-play finanziario. Inutile ricordare chi ha vinto l’ultima Europa League allo “Juventus Stadium” di Torino. In tutto questo “baccano” sportivo, come sempre, ha perso il calcio italiano, il Parma e i suoi tifosi che, dopo il rigore sbagliato da Cerci nel famoso Fiorentina-Torino, pregustavano viaggi in altri posti europei. Niente di tutto questo, però, anche perché il Parma non poteva cavarsela con una multa, così come accaduto a Manchester City e Paris Saint Germain (a proposito andate a vedere i debiti di queste due società), perché non è una grande potenza del calcio mondiale. Chiaro?