Per i tifosi del Pavia, non si può certo dire che la seconda parte dell’anno sia stata noiosa e povera di novità. Dopo il campionato concluso tristemente all’ultimo posto, per fortuna in una stagione senza retrocessioni, a luglio è arrivata la cessione della società dalle mani di Pierlorenzo Zanchi a quelle dell’imprenditore Xiadong Zhu, presidente del fondo Pingy Shanghai Investment. Il club lombardo è diventato così la prima squadra professionistica italiana di proprietà cinese.
La stagione 2014-2015, iniziata con maggiore serenità e meno nubi sul futuro, sta regalando buone soddisfazioni anche a livello di risultati. La formazione allenata da Riccardo Maspero, infatti, è al terzo posto in classifica nel girone A della Lega Pro, con ottime chance di qualificarsi ai playoff per la promozione in B. Merito di un buon collettivo impreziosito dalla presenza in attacco dell’eterno Andrea Soncin, bomber di 36 anni che in carriera ha segnato gol ovunque. Ma non vogliamo parlarvi di questo. Proprio alla vigilia delle festività, come un fulmine a ciel sereno è giunta l’indiscrezione che il Pavia a breve potrebbe essere quotato alla Borsa di Hong Kong. La notizia, pubblicata con grande clamore da diverse testate giornalistiche a livello nazionale, non è stata però riportata in modo esatto. È stato lo stesso presidente Zhu, intervenuto alla festa di Natale della squadra, a spiegare con più precisione l’inaspettata mossa finanziaria. Il Pavia calcio farà parte di una holding che comprenderà al suo interno altri rami di azienda che operano in Cina, ed è proprio questa holding che sta per esordire nel mercato azionario.
Non è corretto affermare, pertanto, che il Pavia sarà la quarta società italiana ad essere quotata in Borsa. In attesa di conoscere maggiori dettagli su questa nebulosa operazione, ci limitiamo a constatare una crescente esterofilia di cui Inter, Pavia, Bologna e Parma sono solo gli ultimi esempi in ordine cronologico. Che confermano una tendenza, preoccupante e forse inarrestabile, del nostro calcio.