La serata di ieri non entrerà certamente negli annali del calcio. Milan e Sassuolo hanno giocato gli ottavi di Coppa Italia di fronte ai circa ottomila spettatori di San Siro, senza incantarne neanche uno; ma al di là del risultato finale e del gioco l’incontro ha raccontato una storia diversa, quella di un attaccante d’area di rigore che gioca dal primo minuto e che segna, un calciatore dalle movenze e dall’istinto del gol simile ad un certo Pippo Inzaghi e al quale lo stesso Inzaghi vuole rinunciare.

La storia è quella di Giampaolo Pazzini, dei suoi gol e della scarsa considerazione che il Milan ha per entrambi. Il “vero-nueve” rossonero ha passato metà stagione in panchina, da lì ha assistito ai fallimenti di Torres e ai giochi di prestigio di Menez mentre, nel momento più difficile della squadra, la sua concretezza da mestierante d’area passava per obsoleta e il gioco del Milan si rintanava più nei propri sedici metri che in quelli avversari.

L’attaccante nato a Pescia ha sempre dovuto fare i conti con nomi più affascinanti del suo, ma che spesso hanno fallito: riserva di lusso di questo o di quel presunto campione, ha risposto con l’unica parola presente nel suo dizionario calcistico, il gol. Anche questa volta, però, il gol sembra non bastare, sconfitto dall’appeal della novità e dei titoli di cui alcuni sono investiti come per magia e altri no, solo per sfortuna.

Ecco, dunque, che anche il Milan vuole privarsi del “Pazzo“, specialista delle reti più “facili”, del gioco aereo e degli ultimi metri che separano la palla dalla porta avversaria, non per aggiudicarsi C.Ronaldo o Messi, ma per puntare un calciatore dalle caratteristiche tutto sommato simili: Mattia Destro. Che senso ha? Con tutto il rispetto per la giovane punta della Roma, non sarebbe meglio tenersi stretto il proprio numero 11, farlo giocare e sfruttarne al meglio le qualità?

La società di via Aldo Rossi dovrà fare tutte le valutazioni del caso, compresa quella di un contratto in scadenza a Giugno che non sembra essere intenzionata a rinnovare; nel frattempo, però, c’è già chi ha bussato alla porta di Pazzini esattamente così come si bussa alla porta del gol.