Il Super Bowl non è solo un evento sportivo. Anzi il contenuto sportivo è probabilmente superato da tutto ciò che accade prima e durante la partita, trasformandola in uno show sensazionale capace di attirare l’attenzione di tutti. Da questo punto di vista gli americani ci sanno fare. A noi non resta che stropicciarci gli occhi per lo sbalordimento e amarlo incondizionatamente.

Stephen Curry

Stephen Curry suona il tamburo dei Panthers
Il Super Bowl 50 si è tenuto in California a Santa Clara, in quella baia di San Francisco che è anche la casa della stella più fulgida della pallacanestro a stelle e strisce: Stephen Curry. Curry però è originario di Charlotte, Carolina del Nord e grande tifoso dei Panthers. A lui è spettato il compito, durante uno dei momenti di maggior acme della partita, quello in cui le squadre scendono in campo, di far risuonare il maxi tamburo dei Panthers al grido di “keep pounding”. Dietro all’urlo di battaglia dei Panthers c’è una storia. “Keep pounding” è infatti la frase pronunciata nel 2003 dall’ex linebacker e coach della squadra di Carolina Sam Mills durante la sua battaglia contro il cancro (che se lo sarebbe portato via due anni dopo) per spronare tanto i giocatori quanto sé stesso.

L’halftime show
La quintessenza del Super Bowl è il mega show dell’intervallo. In un attimo un campo di football si trasforma in un palco sul quale si esibiscono le star della musica mondiale in un concerto che in soli 15 minuti è capace di racchiudere un concentrato di spettacolarità che nemmeno 10 edizioni del Festival di San Remo tutte insieme. Quest’anno è toccato ai Coldplay (bastano le prime due o tre note di “Viva la Vida” per mandare in visibilio il pubblico) e alla “combo” Bruno Mars – Beyoncè. Non esiste un aggettivo giusto per descrivere la grandezza dello spettacolo, meglio guardarlo se improvvidamente ve lo siete perso.

Gli spot del Super Bowl
Una delle peculiarità dell’evento è quello di essere seguito da tutti. Quest’anno il Super Bowl è stato guardato mediamente dal 49% degli spettatori americani che tradotto significa quasi 190 milioni di persone. Per fare un esempio negli Usa c’è più gente che vede il Super Bowl di quanti vanno a votare per il presidente. Se sei un’azienda non ci vuole molto a capire che durante quei 60’ minuti di football devi esserci. Peccato che i costi (fino a 150mila dollari al secondo) non siano alla portata di tutte le tasche. Una volta acquistato lo spazio però lo devi saper sfruttare perciò le migliori menti d’America si sforzano di ideare lo spot più bello. Quest’anno il più bello secondo gli esperti è stato quello della Hyundai, ma forse è quello dell’Audi R8 con l’omaggio a David Bowie è più evocativo
https://www.youtube.com/watch?v=diU_09jb4bI&feature=youtu.be

I biglietti
Cinquant’anni fa al primo Super Bowl un biglietto costava 12 dollari. Con gli stessi soldi oggi al massimo ti puoi comprare una birra alla spina e nemmeno in tutti gli stadi. Quest’anno chi voleva una sedia per godersi dal vivo lo spettacolo del football doveva mettere in preventivo di spendere in media 5mila dollari. O meglio, uno strapuntino in piccionaia costava, il sabato prima della partita, 2500 dollari ma per un posto come si deve i prezzi arrivavano anche ad 11mila dollari. Ma non tutti si accontentano di guardare la partita in mezzo agli altri comuni mortali. Meglio una suite, grande come un appartamento, dove coccolati da ogni comfort tra una cosa e l’altra magari dai un’occhiata al di là del finestrone dove uomini in divisa si azzuffano per una palla ovale. Prezzo? 200mila dollari…

L'interno di una suite dello stadio
L’interno di una suite dello stadio

Il cibo
Quello che molti connazionali rimproverano al gioco del football sono i tempi morti. Ogni 4-5 minuti la partita si interrompe e, abituati al fluire ininterrotto del calcio, non si sa cosa fare. Per sopravvivere ai tempi morti c’è però un segreto: dotarsi di cibo di conforto, un concetto che ovviamente gli americani hanno portato alle estreme conseguenze. Basta dare un’occhiata alle ricette di buzzfeedfood.com proposte durante la settimana che precedeva l’evento per capire di cosa stiamo parlando. Dal punto di vista dei numeri ecco cosa gli americani hanno consumato durante il Super Bowl 50: 278 milioni di avocado (la base della immancabile salsa guacamole), 11,2 milioni di libbre di patatine, 162,5 milioni di libbre di ali di pollo il tutto innaffiato da 325 milioni di galloni di birra. Nessuno si stupisce se il giorno dopo vendite di Alka-Seltzer e altri antiacidi aumentano del 20%.