Non so scrivere di Del Piero. Mi dispiace, c’ho provato, lo giuro. Ma non ne sono capace. C’ho provato ieri, quando le testate online hanno fatto a gara nell’omaggiare uno dei più grandi calciatori del calcio italiano nel giorno del suo quarantesimo compleanno. Ero lì, con Word aperto e la voglia di scrivere. E trovare qualcosa di originale, di sensato. Per provare a stupire il lettore, che è l’attività di chi scrive, infondo.

Non ci sono riuscito. Ho scritto dieci motivi per cui manca al calcio italiano, ma mi son dovuto fermare. E non per scelta. I motivi sarebbero molti più di 10, ma non ho saputo far di più. Avrei voluto spiegare cosa ha rappresentato per un ragazzo nato nei primi anni ’90 Alex Del Piero, avrei voluto scrivere di vita, e non di calcio. Ma ho fallito, e getto via la maschera del cronista affaccendato nel prendere appunti. Mi faccio guardare negli occhi, per spiegare cosa è stato Del Piero.

L’idolo di infanzia forse. E il punto di riferimento costante. Quello dei poster in camera, delle magie alla televisione. Quello che continui a tifare anche quando tifoso non lo sei più, e sei diventato giornalista. Alex Del Piero è stato una linguaccia, a chi non era come lui. Il modo di essere che sceglierei per i miei figli, e quello a cui cerchi di assomigliare. In ogni modo, in ogni cosa. E quando quella maschera è sul tuo volto per 365 giorni all’anno, e 24 ore al giorno, sembra quasi che tu non possa dirlo. Alex Del Piero è stato come il primo amore, quello che ti scotta quando finisce ma che ricorderai a vita nell’odore del camino in una giornata di Novembre.

Alex Del Piero è stato uno per cui era impossibile non tifare. Bastava amare il calcio. Basta amare il calcio, perché Del Piero gioca ancora. Ed è in India, chissà perché. Del Piero è un qualcosa per cui vai oltre il colore della sua maglietta, e per cui vai oltre. Oltre tutto, oltre tutti. Alex Del Piero, se sei nato negli anni ’90, è uno dei primissimi ricordi legati al gioco più bello del mondo. Quello della prima maglia che ti hanno regalato, e che dopo anni conservi ancora, magari strappata. Alex Del Piero è il ricordo di un periodo felice, comunque sia finito. Ed è uno dei pochi calciatori di cui avrei voluto scrivere quando ho deciso di indossare quella maschera, che ora rimetto per continuare il gioco. E non ci sono riuscito. Scusate.