Andrea Stramaccioni (foto @spaziocalcio)

La notte del 3 novembre 2012 difficilmente verrà dimenticata. La Juventus, dopo quarantanove partite ufficiali senza sconfitta, cade e crolla al cospetto di una fantastica Inter. Un 1-3 che segna la prima sconfitta nel nuovo Stadium e l’exploit dei nerazzurri.

Ma il protagonista della serata non è né Diego Milito, autore di una doppietta, né Palacio che sigla la rete che sigilla il match, nemmeno il guardalinee Preti, che si addormenta all’azione dell’unico gol bianconero non accorgendosi di un clamoroso fuorigioco. No, nessuno di questi. O meglio in parte.

Il titolo di vero eroe di serata, però, è stato assegnato a quel magro giovanotto che sedeva allora sulla panchina nerazzurra. Un certo Andrea Stramaccioni, chiamato da Massimo Moratti a sostituire Claudio Ranieri al (quasi) termine della precedente stagione e capace di portare fra i tifosi quell’entusiasmo che, dopo José Mourinho, solo Leonardo era riuscito a trascinare.

Di certo, però, la creatura morattiana, così come piace definirsi, non era lì per caso. E dopo il trionfo con la Primavera nella Next Generation Series, la prima edizione della Champions Under 19, anche a Torino ha portato ed evidenziato il suo bagaglio culturale calcistico.

Un 3-4-3 insolito e pesante, con il tridente Cassano-Milito-Palacio dal 1′. Una sorpresa per tutti, persino per gli avversari. Anche per l’ad juventino Beppe Marotta, che aveva definito la scelta di Stramaccioni, salvo poi trangugiare un amaro calice, come una “spensieratezza tattica”. Parole che non sono piaciute al tecnico romano che, con i tre punti in tasca, non si è risparmiato di lanciare una frecciatina, come i grandi maestri, agli avversari: “Ci vuole rispetto – la replica –. Noi abbiamo lavorato sodo per questa partita e abbiamo dimostrato di saper fare la nostra figura in casa della squadra più forte e alla fine siamo riusciti a batterla. Ho sentito con le mie orecchie che lui ironizzava sul tridente, ma loro sono così. Sono curioso di sentire come commenta adesso Marotta. E non parliamo degli episodi”. Chapeau, Strama. Che carattere!

Poi i chiarimenti e, addirittura, un viaggio insieme fra i due, che si ritroveranno nuovamente faccia a faccia tra qualche giorno in vista di Juventus-Udinese. A Torino, lì dove resterà nella storia per esser stato il primo ad espugnare il nuovo stadio bianconero.

Ma a differenza di (quasi) due anni fa, non sarà uno scontro al vertice. O meglio: potrebbe esserlo per la classifica, viste entrambe le squadre a punteggio pieno, ma non per le ambizioni, estremamente diverse, dei due club. Ma per Stramaccioni tornare allo Juventus Stadium avrà sempre un altro significato.