Prandelli

Non si può certo dire che il 2014 sia stato l’anno migliore della carriera per Cesare Prandelli. Prima il disastroso Campionato del Mondo in Brasile alla guida dell’Italia, concluso miseramente con l’eliminazione al primo turno. Poi, senza neanche il tempo di ricaricare le batterie, l’avventura al timone del Galatasaray per sostituire il connazionale Roberto Mancini. Un’esperienza stimolante (anche dal punto di vista economico), con l’obiettivo dichiarato riportare la blasonata squadra di Istanbul al vertice del calcio turco e per figurare dignitosamente nella Champions League.

I risultati, purtroppo, hanno dato torto ancora una volta al tecnico bresciano. Nonostante una rosa di calciatori di livello internazionale, in campionato i giallorossi si trovano al terzo posto, alle spalle di Besiktas e Fenerbahce. In Champions, con la sconfitta rimediata ieri sera ad opera dell’Anderlecht, Sneijder e compagni sono stati prematuramente estromessi, senza neppure la possibilità del ripescaggio in Europa League. Insomma, un fallimento su tutti i fronti per Prandelli. Oggi dovrebbe arrivare l’inevitabile esonero da parte della società della capitale (manca solo l’ufficialità), apparso inevitabile già qualche giorno fa alla luce delle durissime dichiarazioni del vicepresidente del Galatasaray Albayrak, che lo aveva pubblicamente criticato.

Prandelli si era difeso dalle accuse in un’intervista, ammettendo le proprie responsabilità ma rinnegando clamorosamente le operazioni condotte dal club in sede di mercato: “Dopo aver avviato alcune trattative come Pato, Ibarbo, Doria, Balanta, Marcelo e Douglas, abbiamo cominciare a trattare il trasferimento di Campbell e Song. Volevamo acquistare almeno due di questi giocatori. Successivamente, mi è stato comunicato da Mr. Ebru, in modo amichevole, che non avevamo abbastanza soldi per queste operazioni. Il Presidente ha continuato a proporre alcuni nomi, dicendo che i problemi sarebbero stati superati. Sapete tutti quello che è successo dopo. E così, abbiamo accettato la situazione e abbiamo continuato a lavorare per ottenere il massimo dalla squadra che abbiamo. Sapevamo che non sarebbe stato facile“.

Una difesa che, a quanto pare, ha solo accelerato l’epilogo dell’esperienza turca di Prandelli. Che a questo punto, ne siamo certi, si prenderà un lungo periodo di pausa per meditare meglio le scelte future, dopo questo 2014 da archiviare al più presto.