Mentre il mondo dello sport italiano attende con ansia la sentenza che potrebbe condannare Carolina Kostner ad una lunga squalifica (la Procura Antidoping ha chiesto ben 51 mesi di stop per omessa denuncia nel caso Schwazer), fanno discutere le dichiarazioni rilasciate da Giovanni Malagò, presidente del Coni, al programma radiofonico “Un giorno da pecora”.
“Cosa avrei detto io agli ispettori che cercavano il mio fidanzato? Avrei detto no, non c’è se fossi stato convinto che non sarebbe stato un problema. Che poi è quello che ha pensato lei” – queste le affermazioni di Malagò, che ha confessato di essere in grandissimo imbarazzo per questa vicenda rincarando ulteriormente la dose – “Devo accettare le norme di giustizia scritte da un organismo internazionale che prevede questo tipo sanzione per chi non denuncia. Io non sono affatto d’accordo, le sono molto vicino“.
Senza voler entrare nel merito di una storia che, probabilmente, solo i diretti interessati conoscono nel dettaglio, Giovanni Malagò ha esternato un pensiero comune alla stragrande maggioranza degli italiani. Carolina, infatti, rimane un personaggio amatissimo da tutti e non solo dagli appassionati di pattinaggio, e la sua popolarità è rimasta intaccata nonostante la bufera che si è scatenata in questi ultimi mesi.
Tuttavia, non crediamo che il presidente del Coni, in virtù del ruolo fondamentale che ricopre, possa permettersi di esprimere una valutazione così personale su una questione che, lo ricordiamo, non è stata ancora sottoposta ad un giudizio definitivo da parte degli organi competenti. Il numero uno dello sport italiano dovrebbe cercare di mantenere sempre un ruolo super partes, soprattutto in vicende così delicate. Malagò in questo caso, secondo noi sbagliando, ha parlato soprattutto da tifoso. Se dal punto di vista umano possiamo condividere o meno il suo pensiero su Carolina Kostner, non possiamo fare a meno di osservare che il suo intervento ha valicato i confini dell’imparzialità consoni ad una figura così importante per lo sport. Ci piace che Malagò abbia espresso un’opinione scevra da qualunque ipocrisia, ma auspichiamo che in futuro eviti di commentare in modo così soggettivo questioni non ancora giudicate in modo definitivo dagli organi competenti.