Gli italiani aspettano i Mondiali di calcio come quella domenica rilassante che succede a una settimana intensa e impegnativa. S’immedesimano nel cuore della notte, pensando a quelle gare, alle cosiddette “Notti Magiche”, sognando un altro trionfo in un Paese tradizionalmente ostico come il Brasile. Il calcio giocato però, tiene banco fino a un certo punto, anche perché nella truppa che Cesare Prandelli porterà a Mangaratiba potrebbero figurare alcuni “oriundi”. La possibile convocazione dei vari Paletta, Osvaldo, Romulo e compagnia bella, sta creando delle polemiche che francamente ci sembrano esagerate e prive di quel principio fondamentale che risponde alla ragione.

Matteo Salvini Segretario Lega Nord (LaPresse)
Matteo Salvini Segretario Lega Nord (LaPresse)

C’è chi è d’accordo, chi no, chi critica basandosi su ideologie discutibili. Giorni fa, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha apertamente giudicato in maniera negativa l’eventualità di vedere dei calciatori “oriundi” con la casacca azzurra. “Ho l’impressione che Paletta, Thiago Motta, Osvaldo e Romulo abbiano accettato la nostra Nazionale perché mai considerati dalle rappresentative dei rispettivi Paesi”, ha dichiarato Salvini alla “Gazzetta dello Sport”. “Il Brasile o l’Argentina non mi chiamano? Pazienza, al Mondiale ci vado con l’Italia. Eh no, non ci sto. L’Italia non può essere un ripiego e non è giusto togliere il posto a italiani veri”. E ancora: “Cosa c’entrano con l’Italia? A me non piacciono i doppi passaporti”.

Mauro German Camoranesi con la maglia azzurra
Mauro German Camoranesi con la maglia azzurra

Una presa di posizione durissima contro chi vorrebbe giocare il Mondiale con la nazionale allenata da Cesare Prandelli. Gli italiani su questo interrogativo sono abbastanza dubbiosi per via di un passato che, anche grazie agli “oriundi”, ha regalato vittorie all’Italia. Come non dimenticare Mauro German Camoranesi, uno degli eroi di Berlino 2006, ma anche Josè Altafini e Omar Sivori, anche se questi ultimi due non hanno avuto molta fortuna con la casacca tricolore (non scordiamoci anche di Amauri e Ledesma). L’attuale situazione del nostro calcio c’impone l’obbligo, o quasi, di attingere anche agli “stranieri” perché, parliamoci senza peli sulla lingua, nel terzo millennio è giusto che ci sia una Nazionale multietnica.

La Spagna ha saputo puntare sui propri giovani
La Spagna ha saputo puntare sui propri giovani

Nel calcio a 5 questo “problema”, soprannominato così da alcuni, è bello che superato. Sarà questione di una mentalità più aperta, chi lo sa, ma nel calcio italiano ogni scusa è buona per creare casi che, in un altro posto del pianeta, avrebbero poca importanza. E’ inutile che gli addetti ai lavori esprimano pareri discordanti sulla tanto agognata questione, quando in Italia non si punta sui settori giovanili. Nel “Bel Paese” calcisticamente parlando, ma non solo, non si ha fiducia nei giovani, costretti ad accasarsi all’estero per raggiungere il sogno di una vita. In questo momento l’Italia occupa le ultime posizioni riguardo alle infrastrutture di allenamento, con pochissime società che possono garantire un serio progetto per le varie “cantere”.

In Spagna, la nazione che fino a poco tempo fa conosceva la sconfitta calcistica come le sue tasche, hanno creato una sorta di accademia, in modo di poter formare, crescere e lanciare nel calcio che conta un giovane di 17-18 anni che, in Italia, troverebbe difficoltà anche a fare il raccattapalle. Gli “oriundi”, in fondo, servono alla nostra Nazionale, così come alla Germania, alla Francia, ma non attaccateli. Piuttosto, accusate chi ha ridotto il calcio di “casa nostra” in condizioni disastrose.