Non è la Champions League né una sfida per la conquista della Liga, ma Barcellona-Real Madrid è e resterà pur sempre il Clasico di Spagna. Tradizione e rivalità, tifo e tradimenti, manita e triplete, castigliani e catalani, blancos e blaugrana, Messi e Ronaldo: l’adrenalina per la finale della Coppa del Re è la stessa di ogni partita tra queste due superpotenze del calcio europeo. Il Mestalla di Valencia è il palcoscenico.

Martino vs. Ancelotti: in ballo c’è molto di più di un trofeo. L’argentino, eliminato ai quarti di Champions dall’Atletico di Simeone, nel giro di pochi giorni ha visto sfumare anche le speranze di conquistare la Liga perdendo 1-0 a Granada. Due partite, due sconfitte e zero gol fatti: il ‘Tata’ non può fallire.
Carletto, sconfitto in campionato due volte su due dal Barcellona, cerca la rivincita nella finale di Valencia per alzare il suo primo trofeo alla guida delle merengues e per caricare un ambiente voglioso di primeggiare in Spagna e in Europa.

Martino ripropone il solito undici titolare, con Pinto in porta e Fabregas falso ‘nueve’ tra Messi e Neymar. Ancelotti deve fare a meno dell’acciaccato Ronaldo, di Marcelo, Arbeloa e del lungodegente Khedira. Schiera Isco nei tre di centrocampo al fianco di Xabi Alonso e Modric, e s’affida alla velocità del trio Bale-Benzema-Di Maria.
L’avvio aggressivo del Real Madrid mette subito alle corde un Barcellona compassato e prevedibile. Al 15°, su un pallone conquistato a centrocampo, parte il contropiede dei blancos finalizzato da Di Maria che, con un diagonale non irresistibile, trafigge l’incerto Pinto. Dopo il vantaggio del Real Madrid il leitmotiv del match diventa chiaro: “tiki-taka vs. contropiede”. La squadra di Ancelotti lascia il possesso palla ai blaugrana e aspetta sulla propria trequarti pronta per ripartire; il Barcellona continua imperterrito in un giro-palla ormai noto in attesa di trovare lo spazio giusto per colpire. Risultato: zero tiri in porta, tanti cross inutili, Messi costantemente raddoppiato e il rischio di subire il raddoppio di Benzema in contropiede. Nella ripresa il copione non cambia e stavolta è Bale a sfiorare il 2-0 in un paio di occasioni. Il Real Madrid sembra avere in pugno il match ma al 68°, su corner di Xavi, Bartra, liberatosi dalla marcatura di Pepe, pareggia il conto con un preciso colpo di testa. L’inerzia della gara sembra girare dalla parte degli uomini di Martino ma, a cinque minuti dal termine, il Real Madrid trova di nuovo lo spazio per distendersi in contropiede e colpire con Bale. Il gallese è impressionante per forza e velocità, è una furia che divora in pochi secondi cinquanta metri di campo: resiste alla spallata di Bartra, s’invola verso la porta blaugrana e deposita in rete. Chapeau.
Le speranze di rimonta dei catalani si infrangono sul palo colpito al 90° da Neymar.
Casillas bacia il legno e il Real Madrid mette in bacheca il primo trofeo stagionale (19° Coppa del Re): un pieno d’autostima in vista della doppia sfida col Bayern in Champions.
Al Mestalla sembra invece chiudersi definitivamente il ciclo del Barcellona, reo di non essersi rinnovato dall’addio di Guardiola. Servono nuove idee e una solidità difensiva: il tiki-taka soccombe di nuovo ai ritmi elevati e al contropiede. Dopo 5 anni di calcio spettacolo e di trofei, il Barcellona potrebbe chiudere la stagione con ‘zero tituli’.
Questo è il calcio.
Panta rei.