Molti sottovalutano la Coppa Italia, definendola una competizione di minore importanza. Non è totalmente corretto dato che chi la vince ha un posto assicurato in Europa League e ha la possibilità di giocarsi la Supercoppa contro la vincitrice del Campionato. Deve pensarla proprio così l’allenatore dell’Inter Roberto Mancini che, nella sua carriera di calciatore e di allenatore, ha vinto un totale di 12 Coppe Nazionali: 6 come calciatore e 6 come allenatore, di cui 4 in Italia, una in Inghilterra e una in Turchia. Anche quest’anno il tecnico marchigiano ci prova e passa il turno contro una disastrosa Sampdoria.
I blucerchiati rimangono in 10 dopo 11 minuti, rischiano un goal di Kovacic al 15′ e Tagliavento fischia un rigore al 35′ a favore dei nerazzuri, che Icardi però non mette a segno. Al 71′ Shaqiri segna il suo primo goal con la maglia dell’Inter portando la squadra in vantaggio, e dopo 6 minuti la Samp perde un altro giocatore per doppia ammonizione. Icardi approfitta dell’inferiorità numerica e di un errore in difesa per raddoppiare all’88’ e dedicare la rete alla neonata Francesca.
Questa partita si può definire poco incisiva e sarebbe prematuro parlare di una buona Inter che potrebbe fare tanto in Coppa Italia, viste le condizioni dell’avversaria. Bisognerà aspettare il match contro la vincitrice di Napoli-Udinese per stabilire se questa squadra potrà davvero puntare in alto come gli altri anni. I tifosi hanno fede nella tradizione di Mancini che, nei suoi primi 4 anni in nerazzurro, ha conquistato 4 finali ma, un po’ per scaramanzia o un po’ perché può risultare troppo presto, si preferisce non parlare ancora di questo traguardo.
Il calcio mercato, inoltre, non è ancora terminato e, oltre ai grandi arrivi Podolski e Shaqiri, potrebbe esserci un’altra sorpresa last minute per gli interisti. L’Inter è una big e vuole dimostrarlo, ma per farlo ha bisogno di “giocatori big”! Osvaldo è ormai un addio sicuro, non si presenta agli allenamenti in Pinetina con i compagni da due giorni e non risulta reperibile. Al 31 gennaio l’ardua sentenza.