In Italia, come sempre ci si dimentica, troppo spesso, che le parole dovrebbero essere seguite dai fatti. Di conferenze stampa, di dichiarazioni che pompano un affare, un acquisto, una costruzione di uno stadio, ormai siamo pieni zeppi e, onestamente, potremmo anche farne a meno a partire da oggi stesso. Tempo fa, precisamente il 26 marzo di quest’anno, la Roma ha presentato il progetto per il suo nuovo stadio. Un impianto avveniristico, al passo con i tempi, che può comprendere attrattive per tutti e tanto altro. “Tutto molto bello” direbbe il famoso Bruno Pizzul, in Italia avremmo bisogno di stadi nuovi al posto di quelli fatiscenti, attualmente esistenti fino a questo momento.
Però, che dovrebbe essere scritto a caratteri cubitali, il nuovo stadio nel quale dovrebbe giocare la compagine giallorossa sta incontrando tanti problemi. Dei 270 milioni di euro, mica bruscolini, previsti per la creazione e potenziamento delle infrastrutture, solo 50 ne dovrebbero essere spesi. A fine luglio, infatti, una commissione tecnica del Comune di Roma darà il suo parere sulla pubblica utilità dell’opera. Se la risposta sarà positiva, la palla passerà alla Regione Lazio che avrà 180 giorni per decidere sull’inizio dei lavori. Se, invece, dal Sindaco Marino arriverà un’opinione negativa, la Roma sarà costretta a modificare il progetto secondo i criteri del Comune. E poi c’è anche il milione di metri cubi di cemento, che dovrebbero essere usati per la costruzione di centri commerciali, aree ristoro, negozi e tutto ciò che ne consegue, a creare altri grattacapi causa questioni ambientali.
Dai vertici della politica romana non arrivano buoni segnali per Pallotta e soci, evidentemente convinti, in passato, di poter avere uno stadio di proprietà spendendo pochissimo, non facendo riferimento al rischio idrogeologico della zona di Tor di Valle. Infatti, il terreno presenterebbe gli stessi aspetti di quelli che hanno provocato i cedimenti del Palazzaccio a Piazza Cavour. Tanti dubbi, molte perplessità per un impianto sportivo che dovrebbe, il condizionale è obbligatorio, essere costruito a breve.