Ancora un pari. La Roma di Garcia sembra un disco rotto. Nemmeno a Verona i giallorossi riescono a guarire dalla pareggite che li affligge ormai da diverse settimane. Sono stati infatti sei i pareggi nelle ultime sette partite di campionato. Solo a Cagliari la squadra giallorossa è riuscita a vincere una partita, affidandosi al talento dei suoi giovani, più freschi dei compagni di squadra.
Sembra infatti la forma fisica il problema numero uno per i giallorossi in questa seconda parte di stagione, che li ha visti precipitare a meno nove punti dalla Juventus, dopo essere stati ad una sola lunghezza dal sogno scudetto. E così lo scontro dell’Olimpico di lunedì prossimo sembra sì una rivincita, senza ambizioni però dal punto di vista della classifica.
La scarsa forma fisica non permette il gioco ad ampio respiro che aveva fatto apprezzare la Roma di Garcia da tutta Europa nel corso della scorsa stagione e dell’inizio di questa. Il possesso palla è sempre lo stesso, costante e importante: la Roma è infatti prima nella speciale classifica sotto questo aspetto in serie A. Però manca l’inventiva, mancano le verticalizzazioni, mancano i passaggi in profondità; manca, insomma, il tocco di classe e di genio negli ultimi trenta metri. Quello che ti aspetteresti da un Pjanic, da un Totti, da un Ljajic, pur sempre il migliore dei giallorossi, anche nella partita odierna.
La palla arriva all’altezza della trequarti avversaria e torna indietro, manifestando palesemente una mancanza di idee e di gioco da parte di una squadra che era stata costruita per incantare il proprio pubblico. Così la contestazione di ieri a Trigoria rischia di essere solo il primo sbocco di un’insoddisfazione crescente nell’ambiente della tifoseria romanista.
Quale sia la medicina per uscire da questa situazione spetta solo allo staff tecnico stabilirlo. Starà a Garcia, in pratica, decidere se proseguire su questa strada cercando di risvegliare i suoi, oppure modificare l’assetto della Roma donandole nuova linfa con vesti diverse. Perché è vero, la Juve sembra essere scappata. Ma c’è un secondo posto da difendere con le unghie e con i denti, oltre all’Europa League da onorare, puntando magari alla vittoria.