Francesco Totti risponde a Matteo Renzi

Uno stadio pieno, il suo campione che piange perché sa (ancora una volta) di aver centrato il suo obiettivo. Di aver fatto un’impresa. Roma spera in un Romanzo Popolare, uno di quei film che ti lascia a bocca aperta fino all’ultimo secondo, che ti fa sognare ed oltrepassare gli ostacoli. Dopo il pareggio della Roma col Manchester City, tutti ci credono: andare a Torino e fare l’impresa. Vincere perché questa squadra gioca alla grande e non ha paura di nessuno. Vincere perché Torino può essere già il bivio della stagione giallorossa, il primo scontro diretto, fondamentale, visto che Juve e Roma procedono a braccetto.

A Roma ricordano ancora il pari in rimonta della stagione 2000/01, ricordano il trionfo con il Parma all’ultima giornata di campionato. Prima Montella e Capello avevano discusso: si giocava Napoli-Roma, penultima sfida della stagione, era tutto pronto per la festa e invece la squadra di Capello non riuscì a portare a casa la vittoria. Un’ansia spazzata via il 17 giugno 2001: a vedere le immagini di Montella, Totti, Batistuta esultare ancora vengono i brividi. Quel giorno, in un Olimpico stracolmo, c’era un capitano emozionato che stava vincendo nella sua città.

E fa impressione pensare che oggi Montella è un allenatore, Batistuta ha smesso da un po’ col calcio e invece Totti è ancora lì. A prendere applausi a Manchester. A far la differenza a Roma e forse anche a Torino domenica. Sì, perché c’è un’altra battaglia da vincere nel percorso ad ostacoli che porta ad un altro 17 giugno, ad un altro giorno del trionfo di un capitano che spera di emozionarsi di nuovo.