All’inizio forse, le notizie che arrivavano da Rotterdam sul trattamento dei tifosi romanisti, avevano sconcertato un po’ tutti, le parole dei giornali erano forse un po’ esagerate e gonfiate. “Deportati, schedati, perquisiti, città militarizzata, fermi, arresti”, in realtà però, alla luce di quanto si può vedere il giorno dopo, possiamo affermare con certezza, che la polizia olandese ha vinto la sua scommessa, grazie ad un apparato organizzativo esemplare. Forse nessuno a Roma si aspettava quello che è successo una settimana fa, ma sicuramente dopo ieri abbiamo molto da imparare dagli olandesi. Il calcio è uno sport, e tutto questo non dovrebbe esistere, ma la realtà dei fatti parla chiaro e dice qualcosa di diverso.

Tutto questo era necessario. Unico fatto da registrare, la schedatura di alcuni tifosi romanisti in un bosco, dopo l’arrivo all’aereoporto, ma tutto questo solo in maniera preventiva. Grazie anche al buonsenso di ambe le parti, nessun agente ha alzato un manganello, o usato la forza nei confronti dei tifosi giallorossi, scortati fino allo stadio in massima sicurezza. Qualche fermo per chi era stato trovato con materiali inadatti all’occasione, ma nessun arresto, nessun trattamento brutale, tant’è che agli stessi tifosi fermati è stato permesso l’accesso allo stadio. Una lezione organizzativa a Roma e all’Italia. Inutile dire: “Quando loro vengono qui fanno quello che vogliono”, quando il problema siamo noi e lo creiamo noi. L’assenza quasi totale dello stato in questioni così delicate è lo specchio della nostra società e di quello che è successo a Roma la scorsa settimana.

Qualcuno ieri si era spinto anche a paragoni con il trattamento ricevuto dai tifosi laziali a Varsavia ormai più di un anno fa, in occasione della sfida tra Legia Varsavia e Lazio. Paragoni affrettati e fuori luogo, fortunatamente aggiungerei. A Varsavia successe l’esatto contrario. Più di 100 laziali furono maltrattati dalla polizia locale e arrestati. Per uscire molti dovettero pagare una cauzione di 7200€, mentre altri rimasero per mesi in carcere. Un grave abuso della forza e dell’autorità, da parte della polizia polacca, che nulla ha a che vedere con quanto accaduto ieri.

E quindi alla luce di questo, ci sarà chi condividerà il mio pensiero, chi invece non sarà d’accordo, come ogni qualvolta che un’opinione viene espressa, ma io voglio fare gli applausi alla polizia olandese, nella speranza che anche noi un giorno avremo la capacità di gestire questi eventi con la facilità con la quale l’hanno gestita loro. L’applauso va comunque anche ai tifosi romanisti che hanno saputo mettere da parte il rancore. La vendetta la si è consumata sul campo, con il Feyenoord fuori dall’Europa e che sicuramente pagherà lo scempio visto ieri, e la Roma invece agli ottavi che può festeggiare e proseguire il suo cammino in Europa.