Principality Stadium di Cardiff, noi il cucchiaio di legno l’abbiamo già vinto e rischiamo il cappotto contro questo Galles furioso dopo lo scippo inglese del titolo la scorsa settimana. In mancanza di capitan Warburton, Gatland affida il comando della squadra a Lydiate e schiera sul reparto del triangolo allargato Amos e Williams, due scelte estremamente interessanti che permettono al tecnico neozelandese di spostare la battaglia a largo, lì proprio dove i nostri trequarti peccano di esperienza. Si tratta dell’ultima partita, forse di Castrogiovanni, ma sicuramente del nostro ct Jacques Brunel il cui ciclo si conclude con un lascito di innumerevoli incertezze.

Parte in quarta il Galles mettendoci sotto pressione a largo, trovando spesso la superiorità numerica. Tiene inizialmente la difesa italiana, anche grazie ad alcuni placcaggi ben eseguiti come quello di Sarto su Amos. Padroni di casa dominanti in mischia chiusa e a largo con degli ottimi ball carrier come Jamie Roberts, il quale si presenta fin da subito, spazzando letteralmente via l’intervento difensivo di Palazzani. Resistiamo salvandoci in rimessa laterale, dalla cui touche si svilupperà la prima meta del Galles con Rhys Webb, trasformata da Biggar. Il Galles non è superlativo e pasticcia in alcuni frangenti, ne approfittiamo recuperando l’ovale e risalendo il campo con Sarto che però viene sbattuto in rimessa laterale. L’Italia ci prova ma gli avversari ci sporcano ogni pallone e non riusciamo a concretizzare le poche chance che ci si presentano. Netta la superiorità gallese in mischia chiusa, i numerosi falli di punizione penalizzano gli Azzurri e premiano il piede di Biggar che porta i suoi sul + 10. Galles padrone della mischia e del territorio grazie al piede di Biggar il quale ci caccia puntualmente indietro, affidando ai segugi rossi il compito di andare a inseguire l’ovale calciato. Alla metà del primo tempo Odiete recupera un calcio malizioso, viene fatto prigioniero e costretto ad annullare in area di meta, mischia a 5 metri per i Dragoni. L’ennesimo fallo italiano induce Romain Poite ad estrarre il cartellino giallo, a farne le spese è Palazzani. Ci salviamo ancora una volta, persino in inferiorità numerica, ma la troppa indisciplina concede a Biggar un’altra occasione per allungare il punteggio. Il nativo di Swansea è una macchina e sigla il 13 a 0 gallese. Al 29’ ritorna Palazzani ma, proprio quando abbiamo ristabilito la parità numerica, Biggar e Roberts combinano splendidamente in mezzo alla nostra difesa ed è proprio il numero 10 in maglia rossa che va a schiacciare la meta in mezzo ai pali, convertita da lui stesso. Il Galles non si accontenta e replica 3 minuti dopo risalendo il campo dai propri 22, sfruttando una superiorità numerica schiacciante all’esterno, la palla viaggia e Jonathan Davies porta a termine il lavoro, Galles 27, Italia 0. Prima della fine del primo tempo perdiamo per infortunio Bellini e Pratichetti e la partita si fa ancor più nera per noi. Proviamo a segnare da una touche ma è ben presidiata dai padroni di casa, scade il tempo e nulla di fatto. I primi 5 minuti della ripresa vedono l’Italia difendersi con le unghie e con i denti, confinata nei propri 22. I nostri tentativi di opposizione sono encomiabili, c’è il massimo impegno dei nostri nel difendere l’orgoglio della maglia italiana, ma il Galles trova la via della meta dopo 21 fasi logoranti. Nel secondo tempo prova emerge Odiete, le cui belle gambe gli permettono di sfuggire in più occasioni ai placcatori gallesi, manca però lo spessore tecnico che permette al nostro estremo di smarcare i compagni e di andare a segnare la meta. Al 48’ ancora una meta gallese: North trova uno splendido varco, perde per strada i difensori italiani in chiaro deficit di forze e incapaci di inseguire il numero 14, il quale non può che andare a schiacciare la meta in mezzo ai pali in assoluta tranquillità. Passano pochi minuti e finalmente c’è la reazione italiana. Prima uno splendido spunto dei nostri trequarti che vengono fermati sui 5, poi una cassaforte costruita dopo una touche, alla quale si aggiungono anche Haimona, Sarto e infine anche Garcia, a marcare è Palazzani, ma è la meta di tutta la squadra, Italia premiata con 5 punti, che diventano 7 dopo la trasformazione di Haimona. Non ci stanno però i Gallesi, ai quali bastano poche azioni per trovare la meta, questa volta con Williams, smarcato dalle belle mani di Davies, Biggar per il 46° punto non tradisce. Botta e risposta tra le due squadre nel secondo tempo. L’Italia infatti risponde ancora una volta con Allan, il quale attacca splendidamente la linea tra Roberts e Davies. Vano il loro tentativo di tenerlo alto perché la nostra giovane apertura riesce a trovare Garcia con un delizioso offload in sottomano e il nostro numero 12 può andare a marcare. Al 65’ i Dragoni ci provano con una maul avanzante, proviamo a contendere ma veniamo sottomessi ancora una volta dalla furia rossa. C’è anche la trasformazione con Priestland che aggiunge ulteriori 2 punti al referto. Nel finale succede di tutto, come un intercetto di Odiete che si fa 100 metri di campo e non viene premiato con la meta in quanto Romain Poite aveva segnalato un fuorigioco in precedenza, fallo da cui giocano veloci i Gallesi e trovano ancora una volta la meta con Moriarty e la trasformazione con Priestland. Scade il tempo, ma provano a punirci ulteriormente gli avversari , risalgono il campo e trovano l’ennesima meta con Garreth Davies. Finisce qui, l’Italia viene sommersa sul punteggio di 67 a 14.

Si chiude il Sei Nazioni 2016 per l’Italia, il cui bilancio dice 5 partite, 5 sconfitte. Brunel ha schierato oggi, così come nel corso di tutto il torneo, giocatori ancora alle primissime esperienze e certamente non abituati a questi palcoscenici, i quali però sono riusciti a disputare partite ben al di là delle loro aspettative. Il guaio è che il rugby è uno sport talmente brutale nella sua chiarezza che non accetta il fatto che alcuni dei nostri abbiano dato il 120 %, è uno sforzo che non basta contro avversari di un certo calibro, cosicché perdere diventa spesso umiliante, anche se si da tutto, come nel caso di oggi. E’ impressionante la superiorità fisica di questo Galles, hanno veramente una cilindrata superiore e non possiamo far altro che chinare il capo di fronte a loro. E allora l’Italia di oggi è questa, prendere o lasciare, viviamo di soddisfazioni molto parziali e guardiamo alle (poche) cose positive, da ricercare in particolar modo nell’impegno e nel sacrificio difensivo di molti dei nostri.