Francia-Irlanda
I Francesi hanno cominciato la loro avventura nel torneo con una preziosa, seppur sofferta, vittoria casalinga contro l’Italia e adesso ospitano nuovamente in casa l’Irlanda reduce di un pareggio con il Galles che l’ha estromessa dalla corsa al Grande Slam, ma arriva da una striscia di cinque vittorie consecutive contro i Bleus. Guy Novés decide di rivisitare la formazione che non ha convinto la scorsa settimana, spazio allora a ben 6 giocatori nuovi. Attenzione alle ali dove Thomas ruba la maglia da titolare a Bonneval e viene confermato Vakatawa, nemico pubblico numero uno del torneo. Dall’altra parte risponde Joe Schmidt che non ha nessuna voglia di rinunciare alla corsa per uno storico terzo titolo consecutivo. La novità più interessante riguarda il ritorno in campo di Sean O’Brien che completa il reparto di terza linea con Jamie Heaslip e CJ Stander, il che significa efficacia nel breakdown e più opzioni come ball carriers.
Proprio come contro il Galles, parte forte l’Irlanda ma sciupa le occasioni che le si presentano. Esprime un gioco certamente bello da vedere, Sexton in regia è una delizia per gli occhi e dimostra di saper usare magistralmente il gioco al piede, ma gli Irlandesi non colpiscono il nemico quando è richiesto. Al 14’ minuto di gioco c’è superiorità a largo per gli ospiti, di fronte hanno una linea difensiva francese che non può che arretrare e ricomporsi, e gli Irlandesi trasmettono saggiamente palla fino a Jared Payne che perde malamente il possesso del pallone senza essere placcato, nulla di compromesso perché l’arbitro ritorna sul fallo sanzionato in precedenza. Sexton non delude e centra i pali, Irlanda in vantaggio. La Francia reagisce provando a spingere sull’acceleratore ma la troppa frenesia la rende indisciplinata. Perlomeno non concede nulla agli ospiti in difesa che devono passare per la piazzola per concretizzare il vantaggio territoriale e Sexton porta i suoi sul 6 a 0. A Sexton risponde Plisson accorciando le distanze di tre lunghezze, ma l’apertura irlandese riporta il parziale a +6 all’ultimo minuto di un brutto primo tempo, pieno di inspiegabili errori di handling da entrambe le parti. Nel secondo tempo la musica non cambia: la Francia fatica a lanciare le sue frecce sulla trequarti a causa di un gioco molto spezzato e ancora una volta le ondate irlandesi si frangono contro il muro eretto dai Bleus, non riuscendo quasi mai a guadagnare la linea del vantaggio con i propri ball carriers. Sexton prova così a variare il gioco e calcia in profondità per i soliti Payne e Henshaw, il secondo recupera e schiaccia in meta, ma dopo essere partito in fuorigioco e aver commesso in avanti. L’Irlanda non riesce a trovare sbocchi offensivi ed è molto nervosa, se ne accorge la Francia che prova a rigirare il match a suo favore. All’ora esatta di gioco viene segnalato un calcio di punizione a favore dei Francesi che rinunciano ai 3 punti cercando il bersaglio grosso. Dopo aver vinto la Touche passano per una serie di pick and go sui 5 metri irlandesi, i quali difendono come possono e riescono a indurre l’arbitro a fischiare un tenuto alto sulla linea di meta. Gli ospiti si salvano ma ora dovranno difendersi da una mischia sui 5 metri con introduzione francese. Dopo tante ripetizioni il pallone viene tallonato velocemente, lo tira fuori Machenaud che attira la difesa avversaria, sale male Robbie Henshaw su Medard e il 15 francese punisce il suo errore andando a segnare la prima meta dell’incontro proprio in mezzo ai pali. Non può sbagliare la trasformazione Plisson e la Francia va per la prima volta in vantaggio sul 10 a 9, quando mancano 10 minuti al termine della gara. L’Irlanda appare troppo stanca, prova a risalire il campo, ma l’ennesimo errore regala la palla ai padroni di casa, che devono mantenerne il possesso per gli ultimi 2 minuti, agevolati dalla poca pressione degli Irlandesi che alzano bandiera bianca sul 10 a 9.
Galles-Scozia
Squadra che pareggia (a Dublino) non si cambia, lo sa bene Warren Gatland che conferma i 15 titolari della sfida contro l’Irlanda e tira un respiro di sollievo per il miracoloso recupero di Dan Biggar, uscito dopo appena 21 minuti nel match di una settimana fa e ristabilito in meno di sei giorni. Se il Galles decide di non cambiare le carte, parimenti si comporta la Scozia che giunge al Millennium Stadium di Cardiff con una sola novità in campo: Duncan Taylor al posto dell’infortunato Matt Scott, con Sean Lamont che andrà a sedersi in panchina.
Di tutt’altra pasta la seconda partita del secondo turno del Sei Nazioni che, a differenza del match tra Francia e Irlanda, si accende fin dai primi minuti. E’ il Galles ad andare a marcare per primo la meta, dopo appena 6 minuti. Biggar calcia per i centri, Jamie Roberts smanaccia all’indietro per Garath Davies (sospetta la sua posizione alla ricezione del pallone) che si fa 40 metri di campo, semina per strada gli inseguitori e segna. Biggar trasforma ma non tarda ad arrivare la risposta scozzese, più furiosa che mai. Un ottimo Laidlaw pesca due break vincenti a cui seguono un paio di cariche degli avanti cogliendo di sorpresa la difesa gallese che si vede costretta a presidiare il vantaggio sui propri 5 metri. Russell calcia deliziosamente per Seymour che finalizza una superba azione scozzese, durata ben 21 fasi. I Dragoni provano a riprendersi il match ma la Scozia ha le idee chiare e ostenta una solidità in difesa tale da respingere gli avversari persino nella loro metà campo, evidenziando una certa superiorità anche nel breakdown. Laidlaw non tradisce dalla piazzola e porta i suoi sul +3, pareggiato 5 minuti più tardi da Biggar, ma è di nuovo l’apertura scozzese punire l’indisciplina dei padroni di casa e il primo tempo si chiude sul 13 a 10 per la Scozia. Nella ripresa continua il buon momento degli ospiti, molto più lucidi dei Gallesi e straordinari nel gioco aereo, ma un’indecisione di Russell permette a North di risalire il campo e porta la nazionale del cardo dentro i 22 ospiti. Gallesi che non trovano la meta ma se ne escono con un calcio di punizione convertito da Biggar che ristabilisce la parità tra le due compagini. Gli Highlanders non demordono e arano via la mischia gallese al 55’ minuto, portando a casa 3 punti facili grazie al piede di Laidlaw. Il momento sembra propizio per la Scozia, ma ecco che al 58’ una brutta palla persa da John Hardie regala l’ovale a James che scappa via sull’ala, ribaltando il fronte d’attacco, e soltanto un recupero provvidenziale di Duncan Taylor può salvare una meta quasi certa. Adesso soffre però la Scozia, la quale subisce la pressione del Galles che ha cambiato forse più di una marcia. Alla metà del secondo tempo Biggar tenta un cross kick per North, l’ultimo tocco del pallone è di un giocatore gallese e Scozia che si salva in touche. Rimessa laterale vinta dagli ospiti ma Laidlaw combina la frittata regalando una mischia a favore del Galles sui 5 metri. Nonostante la pressione scozzese in mischia (che forse andava premiata con un calcio a loro favore) i Dragoni tirano fuori la palla e avanzano centimetro dopo centimetro ed ad andare a segnare ci penserà il solito Jamie Roberts dopo una delle sue proverbiali cariche. Galles 20 dopo la trasformazione di Biggar e a +4 sugli avversari, che hanno tutte le carte in regola per provare a cambiare l’inerzia della partita, ma i Dragoni in questo ultimo frangente di gioco fanno emergere la loro indiscussa superiorità sugli ospiti e mettono il punto esclamativo sul match con North, il quale, dopo essere sfuggito a ben 4 placcaggi troppo molli, va a marcare la sua prima meta dal settembre 2015. La sconfitta è ormai scritta per gli Scozzesi, ma trovano comunque la meta con Duncan Taylor in un’ultima azione d’orgoglio che rende la sconfitta meno amara, ma anche più cocente. Scoccato l’80esimo minuto, l’arbitro fischia la fine di una bellissima partita che ha visto trionfare il Galles sulla Scozia 27 a 23.