Galles
Gatland sceglie la via della conferma, decidendo di non bocciare i protagonisti della Coppa del Mondo. Nulla di nuovo sotto il sole e stessa squadra di sempre? Non proprio. Un esordiente (Aled Davies) e due ritorni di lunga data (Tom James e Josh Turnbull) sono le novità più interessanti tra i 37 convocati per il raduno che anticiperà l’esordio del Galles nel 6 Nazioni. I Dragoni tuttavia faranno a meno dei lungodegenti Leigh Halfpenny, Rhys Webb e Scott Williams in questa edizione del Six Nations, ma sorridono per il recupero di capitan Warburton. Del resto il Galles si era già presentato con l’infermeria piena già alla World Cup, ma ciononostante ha disputato un ottimo mondiale. Se è andata così al Mondiale, non potrà che andare meglio al Sei Nazioni.

Scozia
La Scozia è la vera incognita del torneo, specialmente dopo il gioco che le abbiamo visto esprimere al Mondiale. Dove potranno arrivare gli Highlanders? C’è chi sostiene che come ogni anno li vedremo lottare con gli Italiani per evitare di vincere il cosiddetto “Cucchiaio di Legno” – titolo di “demerito” che si attribuisce alla squadra che termina la storica kermesse europea della palla ovale in ultima posizione -, ma c’è anche chi li vede sul podio del Six Nations di quest’anno. 35 giocatori per dimenticare la beffa australiana e lanciarsi nel Sei Nazioni, e tra loro il nome più interessante è quello di Zander Fagerson, pilone di 20 anni, il quale, qualora dovesse esordire nel torneo, sarebbe il pilone più giovane della storia della Scozia, nonchè l’esordiente più giovane dal 1948 ad oggi.

Inghilterra
C’è tanta attesa di vedere il lavoro dei Eddie Jones con la nazionale della Rosa Rossa, così come c’è tanta da voglia, da parte degli Inglesi, di scrollarsi di dosso il ricordo del loro cocente insuccesso alla Coppa del Mondo. Il tecnico australiano è stato perentorio nel non convocare i giocatori che militano in club esteri (Abendanon e Armitage per citarne due), mantenendo la politica della Federazione Inglese di salvaguardare il prodotto del proprio vivaio. Nessuna rivoluzione quindi, ma qualche scelta in rottura con il passato. Spazio ai protagonisti dell’Aviva Premiership, sette dei quali saranno alla loro prima chiamata con la maglia inglese.

Irlanda
Gli Irlandesi sperano di riscrivere la storia quest’anno, diventando la prima nazionale di sempre a vincere il torneo per tre anni consecutivi. Il guaio per gli avversari è che il neocapitano Rory Best, chiamato a sostituire il “colonnello” Paul O’Connell, è fermamente convinto che la squadra possa farcela. A dire il vero le compagini irlandesi non hanno ottenuto ottimi risultati nell’edizione di quest’anno della Rugby Champions Cup – Ulster, Munster e Leinster fuori dalla coppa europea già nella fase a gironi -, ma il Sei Nazioni è una competizione a parte che non si concede a pronostici. Basti pensare che l’Inghilterra, nonostante sia sempre data per favorita dai bookmakers, insegue il successo nel torneo da quattro anni. Per avere conferma citofonare a “casa Lancaster”.

Francia
Il nuovo tecnico della nazionale francese Guy Novés, chiamato a sostituire l’ex allenatore dimissionario Philippe Saint-André dopo l’uscita definitiva dei bleus dalla Rugby Wolrd Cup, è ansioso di sorprendere e di far divertire i tifosi a suon di prestazioni. Moltissimi sono i volti nuovi, a partire da quello del capitano, Guilhem Guirado, ma anche quelli dei tanti giovani in cerca di notorietà nell’alto livello. Insomma la nazionale transalpina è un vero e proprio enigma. Novés saprà dare quella svolta che tutti si aspettano, quelle ambizioni e quel gioco che immaginiamo? Saprà far emergere la nuova generazione, quei giovani che vedremo ogni settimana nel torneo, oppure questa nazionale dimostrerà di non essere ancora pronta a competere con le regine del panorama internazionale?

Italia
Gli Azzurri apriranno il torneo sabato 6 Febbraio alle 15:25, ospiti allo Stade de France di Parigi. Tra tradizione e innovazione, un mix intrigante di nuovo e vecchio: è così che si presenta l’Italrugby capitanata da Sergio Parisse – 114 caps con l’Italia – e guidata dal tecnico Jacques Brunel, il quale ha dichiarato che questa del Sei Nazioni sarà la sua ultima avventura con la nazionale italiana. Azzurri che arrivano alla competizione con molti infortuni e quindi con tante assenze, il che significa chance per i nuovi esordienti (10 in totale, tre dei quali provenienti dal campionato d’eccellenza) di mettersi in mostra e di meritarsi la Nazionale. Obbiettivo prioritario: vincere le due partite in casa contro Inghilterra e Scozia, ma soprattutto dimostrarsi competitivi e dar continuità nelle performance ad una nazionale che ha perso il sorriso e che, oramai da qualche anno, non riesce a ritrovarlo.

Visti i risultati ottenuti e l’attuale condizione delle squadre partecipanti, ecco il pronostico che speriamo venga disatteso e che i nostri azzurri, attualmente in preparazione presso il CPO di Acquacetosa a Roma, riescano ad imporsi contro i giganti del rugby europeo:
1) Inghilterra
2) Irlanda
3) Galles
4) Francia
5) Scozia
6) Italia