Partiamo da una premessa doverosa: considerando i protagonisti del calcio mondiale degli ultimi 50 anni, Fabio Capello è senza dubbio tra i più vincenti in assoluto. Quasi impossibile, d’altronde, provare a riepilogare il suo straordinario palmares. Da calciatore (centrocampista con il vizio del gol) ha conquistato 4 scudetti e 2 Coppe Italia, collezionando anche 32 presenze e 8 reti con la maglia della Nazionale. Sua la firma, solo per fare un esempio, sullo storico primo successo dell’Italia a Wembley contro l’Inghilterra il 14 novembre del 1973. Ma è da allenatore che Don Fabio ha realizzato i più grandi successi: 5 scudetti (4 Milan, 1 Roma), 4 Supercoppe italiane (3 Milan, 1 Roma), 1 Champions League (Milan), 1 Supercoppa Europea (Milan), 2 Campionati spagnoli (Real Madrid) bastano a certificare le straordinarie qualità del tecnico friulano.
Non è minimamente in discussione, quindi, il curriculum di Fabio Capello, un sergente di ferro che ha sempre fatto della disciplina il suo credo. Ma qualcosa sembra essere cambiato dopo il biennio alla Juventus, segnato dai 2 scudetti prima vinti sul campo e poi revocati per lo scandalo Calciopoli. Dopo la seconda esperienza a Madrid, caratterizzata dall’ennesimo titolo ma anche dall’onta dell’esonero, nel 2007 Capello decide di arricchire ulteriormente il proprio bagaglio professionale e accetta l’incarico di Commissario Tecnico dell’Inghilterra, percependo un ingaggio faraonico da 6 milioni di sterline. Sulla panchina britannica rimane per 4 stagioni, vince tante partite ma non viene mai apprezzato davvero da tifosi e addetti ai lavori, come spesso gli è accaduto in carriera. E così, nonostante l’invidiabile primato di tecnico con la percentuale più alta di successi sulla panchina britannica in proporzione alle gare disputate (ben 66%), verrà ricordato soprattutto per il 4-1 subito dalla Germania negli ottavi di finale dei Mondiali 2010, e per le rocambolesche dimissioni formalizzate nel febbraio 2012.
Pochi mesi più tardi diventa C.T. della Russia, sottoscrivendo un altro contratto da favola da 7 milioni annui. Anche qui un buon inizio con il primo posto nel girone di qualificazione ai Mondiali 2014, ma poi basta l’eliminazione al primo turno della rassegna iridata (con 2 pareggi e una sconfitta all’attivo) per far scricchiolare la panchina dell’allenatore italiano. Che continua a stentare anche nel girone di qualificazione agli Europei 2016. Il pareggio interno contro la Moldavia ha indispettito i tifosi e provocato una dura reazione anche a livello politico: il leader dei nazionalisti Vladimir Zhirinovsky lo ha definito “ladro e fallito” davanti alla Duma mentre il Ministro dello Sport, Vitali Mutko, ha annunciato di aver convocato Fabio Capello a rapporto nella prossima settimana, manifestando tutta la propria delusione per i recenti risultati. Esonero in vista o ridimensionamento dell’ingaggio? Non è da escludere nulla, anche perchè Capello non percepisce lo stipendio da oltre quattro mesi.
Indipendentemente da come andrà a finire la sua avventura alla guida della Russia è evidente come, da qualche stagione, il feeling tra Fabio Capello e la panchina si sia incrinato. Per amore della verità, le sue squadre hanno sempre badato più alla sostanza che allo spettacolo ma i risultati, almeno a livello di club, non erano mai mancati. Probabilmente è solo un calo fisiologico dopo tanti anni in trincea, ma siamo certi che Don Fabio sia il primo ad avvertire preoccupanti campanelli d’allarme. Tanto da farci addirittura ipotizzare che l’avventura russa possa essere l’ultima esperienza da allenatore di un uomo che, ci piace ricordarlo ancora, ha dato un contributo importantissimo al gioco del calcio.