Francesco de Gregori in una delle sue più celebri canzoni “la leva calcistica del 68” diceva: “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”.

Sicuramente Nino non aveva di fronte Handanovic perché la paura avrebbe preso il posto alla rassegnazione. Rassegnazione di vedersi, quasi sicuramente, parato il rigore come già successo a tanti giocatori e non avrebbe avuto paura di fare brutta figura perché in buona e numerosa compagnia.
Anche ieri sera nella partita Verona-Inter il numero 1 nerazzurro non solo è stato fra i migliori in campo ma ha soprattutto dimostrato di essere in assoluto il migliore portiere al mondo sui tiri dagli 11 metri parando l’ennesimo rigore della sua carriera.

Che le parate sui rigori siano la specialità del portiere sloveno è dimostrato anche dal record di sei rigori consecutivi parati fra la 33ª giornata del campionato 2013 -2014 e la partita di Europa League del 27 novembre 2014 dove, uno dopo l’altro, aveva neutralizzato i tiri di Maxi Lopez (Sampdoria), Cassano (Parma), Larrondo (Torino), Cossu (Cagliari), Toni (Hellas Verona) e Konopljanka (Dnipro), prima di veder interrotta la striscia il 1º febbraio 2015 da Berardi, nel 3-1 del Sassuolo sull’Inter.
Con il rigore parato ieri sera a Luca Toni (il settimo su otto subiti dall’Inter) il portiere sloveno ha raggiunto la quota di 21 rigori parati in Serie A, al secondo posto nella speciale classifica di tutti i tempi. Se dovesse continuare di questo passo, Handanovic potrebbe raggiungere presto la vetta tenuta da un altro ex-interista, Gianluca Pagliuca, primo con 24.
Purtroppo le dichiarazioni rilasciate nel dopopartita dall’estremo difensore interista lasciano poche speranze ai tifosi nerazzurri di rivedere il portiere sloveno a difesa della porta della propria squadra anche nelle prossime stagioni considerata la volontà dello stesso portiere di giocare la Champions League.