Quando si parla di giovani nel calcio, ma non solo, bisognerebbe stare attenti per davvero. Le frasi a effetto hanno stancato, ci vogliono fatti che, puntuali come un orologio svizzero, non troviamo nemmeno sotto il letto al mattino presto. Tavecchio, Abodi, Macalli, Lotito e compagnia bella, nonostante il loro impegno, non hanno messo in piedi un progetto credibile per i bravi “ragazzini”, quelli che escono dai vivai e che meriterebbero di giocare. Qui la storia della nazionalità non c’entra. Se un giovane è bravo, può essere anche nato in Guinea, deve giocare ad alti livelli. Nel Belpaese, invece, gente nata nel ’94 e nel ’95 è considerata acerba, da mandare nelle serie inferiori per farsi le cosiddette “ossa”.
E allora capita di notare un certo Munir El Haddadi Mohamed, meglio noto Munir, attaccante del Barcellona di soli 19 anni. Il neo tecnico blaugrana Luis Enrique, dopo averlo visto nelle amichevoli precampionato ha deciso di convocarlo in prima squadra, facendolo esordire, con un gol, nella sfida di campionato contro l’Elche. Una decisione rischiosa, ma allo stesso tempo saggia e coraggiosa da parte del tecnico spagnolo che segue il proprio istinto nel far giocare un vero e proprio talento. Lo stesso calciatore, di origine marocchina, proprio ieri ha disputato per la prima volta una partita con la Nazionale spagnola, grazie alla convocazione di Vicente Del Bosque. Il bravo elemento della “cantera” ha poi giocato uno spezzone di gara nella vittoria per 5-1 della “Roja” sulla Macedonia. Club come il Barça, però, si comportano in maniera diversa dalle società italiane.
La Roma, ad esempio, ha acquistato proprio dalla società iberica Antonio Sanabria, centravanti paraguayano classe ’96. A differenza della formazione catalana, i giallorossi non hanno fatto esordire il bravissimo calciatore, preferendo gente più esperta e quant’altro. Dunque, il problema del calcio italiano non sta nella ricerca di validi giovani, ma nella mentalità, ancora una volta all’antica e che ha provocato, altresì, il filotto di pessimi risultati a livello europeo dei vari club. La Juventus, c’è da dirlo, almeno alla prima giornata di Serie A, è stata l’unica grande squadra a puntare su Coman, francesino di belle speranze preso a parametro zero dal Paris Saint Germain. Ma non può bastare…