Per alcuni è già un’icona, una statua da inserire nel celebre presepe di San Gregorio Armeno. Per altri ancora è l’emblema della meritocrazia, questa sconosciuta in Italia, mentre qualcuno ha storto il naso nel vederlo passare dalla provincia di Empoli ai fasti di Napoli. Maurizio Sarri rappresenta il nuovo corso partenopeo, e il suo abbinamento con Cristiano Giuntoli, artefice della storica promozione in A del Carpi, costituisce un’assoluta novità per gli azzurri, legati negli ultimi anni a nomi altisonanti come Benitez e Mazzarri, che raramente hanno però corrisposto ai risultati attesi. Due grandi novità per ripartire e ripristinare alcuni paletti che le isterie di fine stagione hanno cancellato al “San Paolo”. Una scelta coraggiosa, che potrebbe voler dire la fine di un progetto ambizioso e l’inizio di un altro che punterà soprattutto sulla valorizzazione dei giovani e sulla conferma dell’Europa. In questo senso, l’ingaggio di Sarri è una garanzia, basti pensare a quanto fatto al “Castellani” con Rugani, Croce e Verdi.
L’incontro di ieri tra De Laurentiis e Sarri si è concluso dopo un paio d’ore: per quel che riguarda il contratto del tecnico, sarà di un anno, con opzione per la seconda stagione, a 1,5 milioni. 12 mesi per valorizzare i giovani e gli italiani: se è vero che le prime richieste dell’allenatore napoletano sono stati due suoi pilastri in Toscana, Tonelli per la difesa e Valdifiori per la mediana, è altrettanto certo che a Fuorigrotta ci sarà più azzurro, e non solo sulle maglie. Tra i pali, dove è atteso il redivivo Reina, tornerà in lizza Sepe, che certo non teme ad oggi la concorrenza degli spaesati Andujar e Rafael Cabral. In difesa saluteranno Castel dell’Ovo tante promesse non mantenute, vedi alle voci Britos, Zuniga e Henrique, mentre a centrocampo Inler sembra aver terminato il suo tempo a Napoli. Il rebus più grande parla argentino, come Gonzalo Higuain, cercato da mezza Europa, mentre anche Callejon appare tentato dal ritorno in patria (Atletico Madrid?): così, ecco spuntare altri nomi, sempre made in Italy. Da Riccardo Saponara a Matteo Darmian passando per Roberto Soriano, restando all’Oro di Napoli già in organico, quel Manolo Gabbiadini che in mezza stagione ha già conquistato un posto da titolare con 8 reti in 20 partite giocate.
Tuta, lavoro e…fantasia: la ricetta di Sarri, mister 100 schemi (come lo hanno definito a Empoli, laddove è passato anche per una salvezza ai playout in B), il perfezionista, è questa. Dopo le amare eliminazioni in semifinale di Coppa Italia e di Europa League e il deludente quinto posto finale in serie A, a Napoli Adl e soci vogliono tornare a dire la loro nel calcio nostrano. E questa volta, ripartono dall’italiano.
(Twitter: @GuerraLuca88)