4 Luglio 2006, Germania-Italia 0-2 d.t.s. La partita perfetta della nazionale di Lippi, al mondiale tedesco. La semifinale impressa per sempre nella mente della tifoseria italiana, il tracollo sportivo della Germania in casa propria.
8 Luglio 2014, Brasile-Germania 1-7. Semifinali del mondiale brasiliano. Prendete le parole scritte su e riadattatele. Tragedia sportiva per i verdeoro. Germania in paradiso.
La generazione Schweinsteiger non è abituata a vincere le semifinali di un mondiale. Infondo, lo pensiamo tutti. E abbiamo pensato anche ieri che potesse andare così. Non che il pensiero sia durato molto, visto il parziale alla fine del primo tempo, ma c’è stato. L’avevamo già visto questo film: nel 2006 e nel 2010. L’ho voluta definire “generazione Schweinsteiger”, così come si potrebbe definire generazione Lahm. Sono loro il filo conduttore da quella Germania che perse la semifinale in casa contro l’Italia a questa che umilia il Brasile a Belo Horizonte 8 anni dopo. Gli altri fanno parte della generazione successiva, da Neuer a Hummels, passando per tutti quelli che vinsero l’europeo under 21 nel 2009.
Ma Schweinsteiger è uno di quelli che ha vissuto le due sconfitte in semifinale mondiale. Che, ormai, c’eravamo quasi abituati: la Germania arriva sempre tra le prime 4, ma raramente prima. Almeno negli ultimi anni, da Italia ’90 in poi. La partita perfetta di ieri è una piccola rivincita, in attesa di quella definitiva e marchiata in eterno, per questa generazione. Bastian non giocò da titolare quella semifinale con l’Italia, entrò a gara in corso. Ma ne ricorda le lacrime. Era titolare contro la Spagna quattro anni fa, quando la Germania uscì di nuovo in semifinale. Ha perso un Europeo in finale, ed uno in semifinale. rispettivamente contro Spagna e Italia. Le due grandi delusioni di questo mondiale. Forse nella testa di chi ha vissuto gli ultimi 10 anni del calcio tedesco sarà, oggi, una soddisfazione anche questa.
Classe 1984, Schweinsteiger le ha vissute tutte. Gli manca l’esperienza della vittoria. Ma ha messo su la prima pietra. Per lui e per la sua generazione, per quelli che non hanno ancora vinto nulla con la propria nazionale. Il 7-1 di ieri vale molto di più di una vittoria, vale un sogno.