Clarence Seedorf, 38 anni tecnico del Milan (Getty)

Clarence Seedorf da quando è arrivato al Milan ha incontrato problemi nemmeno fosse un sindaco alle prese con la sua candidatura alle elezioni amministrative. “Prelevato”, all’indomani dell’esonero di Massimiliano Allegri, quasi con la forza, il tecnico olandese, fin dal suo secondo “sbarco” a Milanello, non è stato accolto con applausi, crostate alla frutta, festoni dallo spogliatoio rossonero e da una parte della società, Galliani in primis. Un periodo altalenante, al quale hanno fatto seguito risultati negativi, immediatamente cancellati da un filotto di cinque vittorie consecutive che, sembrava, potessero risuonare come una sorta di svolta per la stagione milanista. Il ko di Roma, avvenuto venerdì scorso, ha riaperto la querelle “Seedorf si-Seedorf no”, somigliante a una canzone dello “Zecchino d’oro” prontamente bocciata dal Mago Zurlì.

Nel periodo più nero del campionato della truppa meneghina, però, nessun calciatore, da Abbiati a Petagna, ha mai difeso il tecnico come successo negli anni scorsi quando, un Allegri, un Ancelotti leggeva dichiarazioni a proprio favore anche sui muri adiacenti al Duomo di Milano. Parliamoci chiaro, senza peli sulla lingua e giri di parole: Clarence Seedorf è stato scaricato da tutto l’ambiente Milan dopo la sconfitta casalinga patita contro il Parma. In quell’occasione, con i tifosi che contestavano Galliani, il club di Via Aldo Rossi aveva già preparato la lettera di benservito a un tecnico chiamato in tutta fretta e con la casacca del Botafogo ancora addosso.

Solo il presidente Silvio Berlusconi, da sempre ammiratore del “bravo” Clarence, ha tentato di risolvere la situazione, ma senza grossi risultati. E’ bene ricordare anche un’inversione di tendenza tattica del 38enne surinamese, coraggioso ad abbandonare l’offensivo “4-2-fantasia”, per schierare un modulo tattico più prudente. La sconfitta dell’Olimpico, costellata dalla mancanza di cattiveria sportiva e di incisività, ha fatto precipitare le quotazione dell’attuale trainer della compagine meneghina che, a fine stagione, sarà scalzato da Filippo Inzaghi. L’allenatore della Primavera, difatti, siederà sulla panchina della prima squadra a partire da giugno, con la benedizione di Adriano Galliani che stravede per lui. Siamo sicuri, tuttavia, che l’ex bomber del Milan sia veramente la giusta soluzione per una squadra allo sbando e senza un progetto serio per il futuro? Come sempre, i posteri emetteranno l’ardua sentenza…