Non ci son dubbi: la Serie B è il campionato più incoerente del mondo. E forse ci piace proprio per questo. Perché ci divertiamo anche a vederli questi tifosi impazziti che un sabato ergono la propria squadra come la predestinata per la Serie A e quello dopo bocciano tutto a priori e si rimangiano ogni singola cosa. È il gioco del tifoso ed è quello di un campionato che effettivamente offre equilibrio e cancella la parola ‘certezze’ dal vocabolario. Perugia a parte, nessuno ha potuto contare sul punteggio pieno dopo soli 180′. Un po’ pochini per aver già fermato tutte le squadre, eccezion fatta per il sorprendente – ma neanche tanto – club allenato da Camplone. E che ha già triturato Bologna e Bari, due tra le compagini partite con i favori del pronostico. Una squadra che ha modificato parecchio del pacchetto-promozione della passata stagione e aggiunto l’esperienza di Taddei e Giacomazzi ad un gruppo ambizioso e certamente pronto per navigare in acque tranquille. Con i play-off sullo sfondo.

Resta la pazienza il leit-motiv. E non può essere altrimenti. Perché forse non deve disperare il Catania, perdente sul terreno di una modesta Pro Vercelli, e non deve disperare il Bologna, incappato in uno scomodo pari casalingo con l’Entella. Si armino di pazienza le novelle retrocesse e ripartano dalle motivazioni. Non appena il fattore psicologico sarà sbloccato, anche le qualità verranno agevolmente fuori. E lì sì che potranno dare parecchio fastidio alle pretendenti per la massima serie.

Tra cui il Bari (foto Fc Bari) , che deve ancora immagazzinare lo schema tattico di Mangia. A furor di popolo sarebbe il 4-3-3 la soluzione a tutti i problemi. E come non pensarlo dinanzi ad una qualità e quantità di centrocampisti tale da lasciar fuori, con l’attuale sistema, gente come Sciaudone e Romizi. Ma un parere conta poco ed è giusto, almeno per ora, che il tecnico continui a lavorare sui metodi di crescita e di lavoro che la squadra ha assimilato sin dal ritiro. Occorre più disciplina. Quattro rossi in quattro gare ufficiali sono troppi. E la colpa non può essere sempre e solo degli arbitri.

E poi? Poi regna l’equilibrio. Come sempre incoerente.