Se c’è una notizia che in materia di politica calcistica ha influenzato maggiormente il movimento in estate questa è quella riguardante il fallimento del Siena. E non solo per il blasone di una piazza che mancherà tanto al nostro calcio. Ma per le conseguenze decisive e poco condivisibili che si sono ripercosse in tema di formattazione del nuovo torneo di Serie B. A 21 squadre. “Siam tornati indietro di vent’anni”, ha dichiarato il presidente della Lega Pro Mario Macalli. E come dargli torto, questa volta. I campionati con numero dispari, oltre ad essere assai tristi, sono lo specchio chiaro delle mancanze palesi di un sistema, quale quello calcistico italiano, che fa acqua da tutte le parti. E se già di per sé il turno di riposo crea problemi, nel campionato cadetto potrebbe prolungarli vertiginosamente. C’è un esempio facile facile pronto a far crollare questo castello di sabbia, per cui ci sono ancora alcune possibilità di salvezza tramite i ripescaggi. Ricorderete la lunga pausa, stile Bundesliga, che Abodi ha consegnato alla B per permettere di intensificare i match durante le feste natalizie. Bene, ottima mossa. Ma cosa succederebbe ad una squadra che, già normalmente, dovrebbe perdere un mese in quanto a ritmo-partita e che sarebbe costretta a fermarsi ancora per il suo turno di riposo? Cosa succederebbe in finali di campionato che potrebbero diventare sempre più incerti, per utilizzare un eufemismo?

L’obiettivo ben chiaro di Abodi è di tracciare le linee guida per una B a venti squadre. Dunque “tifare” ideologicamente per un altro fallimento. Per un altro dramma sportivo. Piuttosto che provare a salvare il calcio, stiamo aspettando che si distrugga da solo. Che altre gloriose piazze tirino i remi in barca. Non cadiamo nel tranello: la B a venti squadre è ancora una grossa incognita. Soprattutto per le tempistiche, prive di certezze. E attenzione al pressing delle Pay per View che premeranno, ovviamente, per i ripescaggi, sperando di contare su una città in più nel proprio palinsesto. Che in soldoni fanno almeno tremila abbonamenti circa. Ma non sono questi i discorsi che ci interessano. Ci interessa regolarizzare il campionato ed evitare conseguenze amare a stagione in corso. I campionati con ventuno club non sono mai risultati esperimenti riusciti. E dubitiamo sia questa la volta giusta.