Archiviata un’altra domenica di Serie A, e gran parte della settima giornata, che andrà a completarsi in serata con Genoa-Empoli. Con Juventus e Roma che avevano già giocato Sabato, per gli impegni europei dei prossimi giorni, la Domenica è servita a definire, o a cercare di farlo, le forze in campo per arrivare al terzo posto che consente l’accesso alla Champions League e il relativo tesoretto che ne scaturisce.

All’ora di pranzo la Lazio mette a nudo tutti i limiti della Fiorentina, ed esce di prepotenza da una crisi che sembra ormai un lontano ricordo di inizio stagione. E soprattutto cerca di far ricredere tutti quelli che avevano criticato il mercato dei biancocelesti: Djordjevic sembra essere una di quelle scommesse vinte già in partenza. La Fiorentina, al contrario, è meno lucida, più confusionaria e sicuramente vittima degli infortuni di Gomez e Rossi. Ma è la logica dell’alternanza dei risultati, se pensiamo che 15 giorni fa al Franchi i viola schiacciavano 3-0 l’Inter.

Il Milan nel pomeriggio dimostra di essere in palla e, a parte qualche distrazione qua e là, una buona squadra. I rossoneri sulle ali dell’entusiasmo portato da Inzaghi non sembrano poter impensierire Juventus e Roma come si poteva pensare dopo le primissime giornate, ma sembrano i più organizzati per la lotta al piazzamento Champions. Con la doverosa premessa che è ancora presto, e che si tratta di analizzare quanto successo in una parte comunque esigua di campionato. Ma Inzaghi ha recuperato Honda, sta per farlo con El Shaarawy e si gode una squadra tutto sommato anche divertente. Il 3-1 di Verona non è frutto del caso, e arriva in un campo dove l’anno scorso i rossoneri persero. La rincorsa può continuare.

I rossoneri rincorrono la Sampdoria di Mihajlovic, una delle squadre più belle di questo avvio di Serie A. I blucerchiati saranno la sorpresa, e l’outsider, fino alla fine del campionato, ma il pari di Cagliari di ieri suona come una sconfitta. I doriani erano sopra di 2-0 e hanno buttato via due punti che sarebbero stati pesantissimi. Ha ragione Miha quando dice che toccherà a lui pagare la cena a Zeman, perché è come se fosse una sconfitta. Ma una Samp così bella non si vedeva dai tempi di Cassano e Pazzini (e guarda caso quell’anno la Samp arrivò quarta), e se è più facile vedere il bicchiere mezzo vuoto è comunque sbagliato dimenticare che i blucerchiati finché sono stati in parità numeri hanno dominato a Cagliari.

Ma c’è chi è messo peggio. Inter e Napoli nella serata danno luogo ad uno spettacolo godibile, ma dovuto alla pochezze delle due difese, o più in generale delle due fasi difensive, e a due improvvise folate di vento in una partita che somiglia molto di più ad una giornata serena e noiosa di metà Agosto. L’Inter è in un percorso di crescita che sembra non avere fine, quando probabilmente non ha nemmeno avuto inizio. I partenopei invece attendono Higuain, ma nel frattempo si godono un ottimo Callejon e la prima giocata di Lopez. Per il resto il Napoli non è quella squadra che tre anni fa vinceva 3-0 a San Siro, nè quella che l’anno seguente diede fastidio alla Juventus per lo scudetto. E, per ora, alla settima giornata, Sampdoria e Milan sembrano avere qualcosa in più di Inter e Napoli. E l’impressione è che non si tratti solo di qualche punto.