“Me li immagino tutti in fila con la schiena bella dritta, i sapientoni del mondo. Quelli che quando inizia la nostra amata Serie A sbuffano, scuotono il capo e accennano un sorriso sarcastico come a dire ‘vi fregano anche quest’anno con un pallone che rotola e 22 uomini che vi corrono dietro’. Viviamo in una società dove dominano valori sbagliati, in una società frenetica basata sul denaro, in una società capace di plasmare il nostro stile di vita e farci apprezzare cose che nel profondo nemmeno ci piacciono. Il calcio fa parte di questa giostra impazzita, ma a differenza di tante altre cose, il calcio lo amo a prescindere e non riesco a restarne senza. Bill Shankly, allenatore del Liverpool dal 1959 al 1974, una volta disse: ‘Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da questo atteggiamento. Vi posso assicurare che è molto, molto più importante di quello’. Niente di più vero. Il calcio è un amore viscerale. Stop. Per me oggi è il primo giorno dell’anno, è il primo giorno di una stagione che finisce il 6 giugno con la finale della Champions League. Tenetevi le vostre estati saltellanti, il mare, le feste in spiaggia e i traumatici ritorni al lavoro. Tenetevi le discoteche, i mohito e gli spritz. Lasciateci il 4-3-3 di zemaniana fattura, lasciateci sognare che il Napoli ha ancora Maradona e Careca, il Milan i tre olandesi, l’Inter i tre tedeschi e che Roby Baggio indossi la maglia n.10 della Fiorentina. Lo ammetto, la nostra Serie A non è più quella di una volta, è diventata un campionato modesto. Ma non è un buon motivo per non seguirla più. In attesa di tempi migliori, sono ancora qui a tifare per la mia squadra e per il bel calcio, a inveire contro gli arbitri e a dannarmi l’anima per le vittorie sciupate e i gol divorati. E poi…la Gazzetta il lunedì mattina, il fantacalcio, le scommesse e quelle interminabili discussioni al bar dove tutti hanno ragione. In poche parole, si ricomincia. E speriamo non finisca mai.